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I deputati scelgono di eliminare dal ddl l’equiparazione dell’agricoltura biologica a quella biodinamica. Il commento di Maria Grazia Mammucini, presidente Federbio.
La legge sul biologico dovrà ancora attendere. La votazione alla Camera che, il 9 febbraio, avrebbe potuto dare il via libera al ddl, ha visto invece l’approvazione di due emendamenti che eliminano l‘equiparazione del metodo biologico a quello biodinamico e che riportano il testo al Senato per la quarta lettura e la conclusione dell’iter legislativo.
Il disegno di legge regola il settore dell’agricoltura biologica che da tempo – 13 anni e 3 legislature come sottolineato dalle associazioni del bio – ne sollecita l’approvazione definitiva. Nella discussione odierna alla Camera, i deputati hanno deciso di modificare il testo togliendo il termine “biodinamico” dal comma 3 dell’articolo 1, dando seguito a una parte del mondo scientifico che definisce l’agricoltura biodinamica una pratica agricola priva di fondamenti scientifici. Il testo modificato torna quindi ora a Palazzo Madama.
“Questa legge mette a sistema e riconosce il lavoro, l’impegno, la dignità e anche la resilienza di un comparto come quello biologico importante per lo sviluppo sostenibile del Paese. Gli indirizzi europei sono chiari, basta strumentalizzazioni e becere macchiette che non trovano fondamento nel contenuto della norma e della realtà di migliaia di imprese – ha dichiarato Maria Chiara Gadda, capogruppo di Italia Viva in Commissione Agricoltura alla Camera e prima firmataria del provvedimento – Per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici l’agricoltura ha bisogno di più scienza, di più ricerca, di più innovazione, di più formazione. Non vorrei, però, che contestualmente e senza dirlo chiaramente, qualcuno pensi di mettere in discussione il nostro modello produttivo agroalimentare che ha fatto della biodiversità e del rapporto con il territorio la sua leva di vantaggio competitivo nel mondo. Altrimenti il passo è breve con modelli che pensano di produrre addirittura la carne in laboratorio. La transizione ecologica è un percorso difficile perché le imprese devono trovare una coniugazione tra la sostenibilità economica, ambientale, sociale. Quindi io auspico davvero che questo testo, su cui il Parlamento ha trovato un punto d’incontro, venga approvato come promesso entro aprile dal Senato”.
“Ci aspettavamo l’approvazione definitiva del testo, invece ancora una volta ci troviamo sospesi – ha spiegato la presidente Federbio Maria Grazia Mammuccini – Adesso confidiamo nel rispetto dei tempi annunciati in Aula per l’ok del Senato perché questo settore, che sta producendo ottimi risultati e che ha tutte le carte in regola per creare una nuova economia in linea con il Green deal europeo, non può più attendere”.
La presidente ha anche commentato la scelta di escludere l’agricoltura biodinamica dal ddl: “È paradossale che un giorno si approvi un disegno di legge costituzionale per tutelare l’ambiente, gli ecosistemi e i diritti degli animali e che il giorno dopo si cancelli una norma per una pratica agricola rispettosa della natura e della biodiversità che ha più certificazioni del biologico e la cui crescita sul mercato dovrebbe portare a definire regole sempre più chiare a tutela del consumatore”. La presidente ha sottolineato inoltre che il biodinamico fa da sempre parte del biologico come stabilito dal regolamento sul metodo biologico del 1991 e che di fatto nulla cambierà.
Riguardo alla battaglia ideologica portata avanti contro il biodinamico ha affermato: “Aldilà delle pratiche definite da alcuni esoteriche, è dimostrato che, per esempio, il suolo più fertile è quello coltivato in biodinamico. La scienza si impegni dunque a indagare questi aspetti per capire davvero quello di cui l’agricoltura ha bisogno”. E ancora: “Mi auguro che quella parte del mondo scientifico che si è battuta per eliminare dal testo l’agricoltura biodinamica, lavori allo stesso modo per la riduzione in agricoltura dei pesticidi chimici di sintesi”.
“L’agricoltura biodinamica è costitutiva del biologico, storicamente e giuridicamente – ha commentato Carlo Triarico, Presidente Associazione Biodinamica – Continuerà a lavorare, come da ottant’anni, per il bene del biologico e dell’agricoltura italiana”.
Il ddl n. 988, “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico”, nasce da una proposta di legge presentata nel marzo 2018. Il testo prevede, tra le altre misure, l’istituzione di un marchio del biologico italiano di cui potranno fregiarsi “i prodotti biologici ottenuti da materia prima italiana”, la creazione di distretti biologici che consentano di sviluppare l’agricoltura e l’economia dei territori rurali e l’adozione un Piano nazionale per sostenere lo sviluppo del biologico italiano come metodo avanzato dell’approccio agroecologico. La legge avvicinerebbe l’Italia agli obiettivi del Green deal europeo e alle strategie Farm to Fork e Biodiversità che puntano a triplicare la superficie coltivata a biologico e a ridurre del 50 per cento l’uso di pesticidi e antibiotici e del 20 per cento quello dei fertilizzanti entro il 2030.
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