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Le aree montane ospitano quasi 1 miliardo di persone e forniscono beni e servizi essenziali. È per questo che la protezione degli ecosistemi di montagna è diventata imprescindibile. L’editoriale della Fao.
Alberto lavora per Fundación CoMunidad, una ong di Panama che sostiene piccoli produttori di caffè di montagna grazie a un progetto dell’Iniziativa per i prodotti di montagna della Mountain partnership della Fao. Il caffè Ceibal, coltivato in un sistema agroforestale nella cordigliera centrale di Panama, ha ricevuto l’etichetta prodotto di montagna che ne valorizza l’origine e la qualità e ne facilita la commercializzazione su mercati di nicchia. Alberto è il responsabile del progetto ed è uno dei 400 studenti che negli ultimi dieci anni hanno partecipato alla scuola estiva Ipromo (Programma internazionale di ricerca e formazione sullo sviluppo sostenibile nelle zone di montagna), organizzata ogni anno dalla Fao insieme alle Università di Torino e della Tuscia.
Giunto all’undicesima edizione, Ipromo ogni anno propone formazioni per tecnici e ricercatori dei paesi membri della Mountain partnership su temi specifici relativi alle montagne, come la conservazione del suolo e dell’acqua, la generazione di reddito e la sicurezza alimentare. Gli studenti imparano le basi scientifiche dello sviluppo sostenibile nelle regioni montane grazie a lezioni e seminari tenuti da esperti internazionali, e in lavori di gruppo. La scuola estiva si tiene in due località alpine, Ormea in Val d’Aosta e Pieve Tesino in Trentino, dove i partecipanti vengono a contatto con imprenditori locali e con comprovata esperienza di gestione delle risorse naturali, come per esempio le esperienze di gestione partecipativa in cui le comunità montane e le autorità locali lavorano fianco a fianco.
The purpose of #IPROMO is to develop the capacity of professionals to integrate mountain issues into their work and to share what they have learned with others #FAO‘s @rosalauraromeo https://t.co/8e9coYRxUn #MountainsMatter pic.twitter.com/7VWW3axe59
— FAO Forestry (@FAOForestry) 18 June 2018
Quest’anno più di 30 partecipanti provenienti da 20 paesi studiano come applicare i principi della bioeconomia per promuovere lo sviluppo locale incoraggiando l’economia circolare, il riciclo dei rifiuti e politiche industriali sostenibili. Per sopravvivere in terre fragili, marginali e a bassa produttività le comunità montane hanno imparato a ottimizzare la gestione delle risorse naturali, dell’energia, e dei processi produttivi. Queste strategie hanno molte analogie con i principi della bioeconomia che punta sulle risorse rinnovabili e sull’ottimizzazione del ciclo dei rifiuti per la produzione di beni a valore aggiunto (cibo, mangimi, e bioenergia). In un contesto in cui le montagne di tutto il mondo sono minacciate da disastri naturali, pratiche non sostenibili e cambiamenti climatici, e in cui le popolazioni montane sono impoverite e vulnerabili e spesso costrette ad abbandonare le loro terre, la bioeconomia può offrire soluzioni per invertire queste tendenze.
Leggi anche: Le montagne devono tornare al centro della lotta ai cambiamenti climatici
In montagna vive quasi un miliardo di persone, il 13 per cento della popolazione mondiale, e l’applicazione di politiche specifiche in favore della montagna darebbe un contributo significativo al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdgs) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Infatti, la conservazione degli ecosistemi montani è un sotto-obiettivo specifico (il 15.4) che riconosce come essenziali per lo sviluppo sostenibile i servizi forniti dalle montagne. Le pratiche di impresa sostenibili come quelle incoraggiate dalla Mountain partnership sono un elemento centrale dell’obiettivo numero 12, che mira a garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo.
The Mountain Partnership Secretariat and @IFOAMorganic will collaborate on improving livelihoods and ecosystem management in mountain regions. https://t.co/BhdPPppJhR #MountainsMatter pic.twitter.com/mZp7x1KbcI
— FAO Forestry (@FAOForestry) 1 June 2018
Anche investire nella formazione è in linea con gli Sdg e l’Agenda 2030. Come risulta da uno studio fatto dal Segretariato della mountain partnership, i beneficiari di Ipromo non sono solo i singoli partecipanti al corso ma anche le loro organizzazioni che si avvalgono delle nuove capacità e delle conoscenze acquisite dal loro staff. E il contributo di Ipromo allo sviluppo sostenibile può essere anche più vasto e duraturo: la comunità degli ex-studenti (funzionari, ricercatori e tecnici sia pubblici che privati) cresce ogni anno, con nuovi membri e nuovi progetti comuni.
Questa nuova generazione di specialisti dello sviluppo sostenibile della montagna, rappresentanti di interessi e paesi diversi può, a lungo termine, aiutare a proteggere gli ecosistemi di montagna e offrire alle popolazioni montane la possibilità di vivere in altitudine godendo degli stessi diritti e opportunità che ha il resto dell’umanità.
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