
Già 13 Regioni hanno emesso ordinanze anti-caldo basate sulla piattaforma Worklimate: “siesta” dalle 12.30 alle 16. E i musei diventano rifugi climatici.
I roghi hanno causato il rilascio di enormi quantità di CO2, pari a quasi la metà delle emissioni annuali dell’Australia.
Gli incendi che da settimane bruciano l’Australia, in particolare gli stati del Queensland e del Nuovo Galles del Sud, hanno provocato il rilascio di enormi quantità di CO2 nell’atmosfera, esacerbando la già grave crisi climatica. Dal primo agosto ad oggi gli incendi boschivi avrebbero provocato l’emissione di 250 milioni di tonnellate di CO2, la maggior parte delle quali, circa 195 milioni di tonnellate, generate dai roghi scoppiati nelle antiche foreste del Nuovo Galles del Sud.
È quanto emerso dai dati diffusi dalla Nasa e riportati dal Guardian Australia. Si tratta di una quantità di CO2 davvero consistente, equivalente a quasi la metà delle emissioni annuali di gas serra prodotte dall’intera nazione. Nel 2018 l’Australia ha infatti emesso 532 milioni di tonnellate di CO2.
Le emissioni provocate dagli incendi boschivi sono solitamente considerate neutre, dato che la ricrescita delle foreste dovrebbe garantire l’assorbimento di una quantità di CO2 simile a quella rilasciata quando sono bruciate. Le foreste vengono infatti considerate depositi, o pozzi, di carbonio: grazie alla loro biomassa riescono a fissare più CO2 di quanta ne emettano.
Leggi anche: I koala sono le vittime principali degli incendi devastanti in Australia
Per compensare le grandi quantità di CO2 rilasciate in Australia a causa dei roghi, in condizioni normali alle foreste occorrerebbero decenni. Ma gli scienziati ritengono che le aree boschive siano state eccessivamente stressate, anche a causa della prolungata siccità frutto dei cambiamenti climatici, e non sarebbero dunque in grado di riassorbire tutte le emissioni rilasciate.
La stagione di incendi in corso, che si intensificherà ulteriormente con l’arrivo dell’estate, ha bruciato oltre di 2,7 milioni di ettari di terra nel Nuovo Galles del Sud. Da oltre quindici anni non si registravano incendi così estesi e violenti nell’area, e le previsioni escludono che la pioggia possa giungere a breve in soccorso di piante e animali.
Gli incendi hanno dunque contribuito a intaccare ulteriormente l’equilibrio climatico dell’Australia, compromettendo inoltre la capacità delle foreste di assorbire le future emissioni. Proprio per chiedere di far fronte con interventi mirati alla crisi climatica, centinaia di manifestanti, tra i quali gli attivisti del movimento ecologista Extinction Rebellion, sono scesi in piazza pochi giorni fa a Sydney.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Già 13 Regioni hanno emesso ordinanze anti-caldo basate sulla piattaforma Worklimate: “siesta” dalle 12.30 alle 16. E i musei diventano rifugi climatici.
A Vicenza il maxiprocesso per contaminazione da Pfas si è concluso con 140 anni di reclusione per 11 dirigenti dell’azienda Miteni, per disastro ambientale, avvelenamento delle acque e reati fallimentari. Una sentenza storica, dopo 4 anni di procedimento.
con il contributo di Davide Ascoli e Valentina Bacciu Antropocene. Un’epoca geologica in cui l’essere umano è il principale responsabile delle modifiche territoriali, strutturali e climatiche che avvengono sul nostro pianeta. Un’epoca che potrebbe essere incominciata già nel 1945: a partire da questa data i test nucleari e la “grande accelerazione” di tutte le attività
Il caldo non è uguale per tutti: servono soluzioni accessibili come i rifugi climatici. A Bologna ne sono stati attivati quindici in biblioteche, musei e spazi pubblici.
Riduzione delle emissioni in agricoltura, mobilità sostenibile, efficientamento degli edifici e sensibilizzazione i i pilastri. Ma ora servono i fatti.
Un nuovo murales al Gazometro sarà l’ulteriore tassello di un processo di rigenerazione che sta interessando uno dei quadranti più dinamici della Capitale.
Accordo in Senato: a decidere non sarebbe il paziente, ma un “Comitato etico”. Ma spunta una controproposta popolare che punta all’eutanasia legale.
Le forze armate pesano globabilmente per il 5,5 per cento delle emissioni, e il riarmo Nato può provocare un disastro anche dal punto di vista ambientale.
La campagna per il riconoscimento del reato di ecocidio arriva in Sardegna, dove è stata proposta una legge regionale.