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Il nostro Paese è leader nella produzione di energia pulita e potrebbe sfruttare questa posizione per una mobilità a basse emissioni.
Per sua natura, l’auto elettrica è più sostenibile di quella a gasolio, a benzina o a gas: grazie alla maggior efficienza del motore elettrico rispetto a quello endotermico, una percentuale superiore al 90 per cento dell’energia contenuta nelle batterie viene trasformata in lavoro (spostamento del veicolo, nello specifico), contro il 40 per cento circa dei migliori sistemi ibridi e percentuali inferiori al 30 per cento per i propulsori a ciclo Otto (a benzina). Ecco perché il Gruppo Volkswagen, contestualmente al continuo impegno nel miglioramento dei motori a combustione, ha impresso una svolta senza precedenti – per intensità e rapidità – verso l’elettrificazione. Lo ha fatto sia a livello centrale, quindi come orientamento del Gruppo, sia a livello nazionale.
Altro grande vantaggio dell’auto elettrica è quello delle emissioni zero allo scarico. Ciò la rende la soluzione ideale in città, dove la concentrazione di veicoli (e di persone) è più elevata e si toccano picchi di inquinamento dannosi per la salute. Ipotizzando di riservare i centri urbani ai soli veicoli a batteria, dunque, si renderebbero molto più vivibili queste aree, grandi o piccole che siano. Tutto ciò non basta, comunque, per rendere davvero sostenibile la mobilità. Manca un elemento fondamentale.
Il tassello fondamentale ai fini della sostenibilità totale dei veicoli elettrici (quindi non solo auto, ma anche commerciali leggeri, scooter e moto) è la fonte da cui proviene l’energia elettrica necessaria alla ricarica delle batterie. Ai fini della sostenibilità totale, l’energia deve provenire da fonti rinnovabili, quindi idroelettrico, solare, eolico, bioenergie e geotermia.
Forse non tutti sanno che l’Italia è il primo tra i grandi Paesi in Europa (gli altri sono Francia, Germania e Spagna) ad aver raggiunto e superato la quota del 17 per cento, indicata dall’Ue, per quello che riguarda l’energia prodotta da fonti rinnovabili. Il nostro Paese si attesta infatti al 17,8 per cento dei consumi finali lordi nel 2018 (era al 7,5 per cento nel 2005), ultimo anno di cui sono disponibili le statistiche aggiornate. Sono dati, questi, che si leggono nel rapporto “Fonti rinnovabili in Italia e in Europa” a cura del Gse (Gestore servizi energetici). Nello stesso rapporto si legge inoltre che in Italia le Fer (Fonti energetiche rinnovabili) hanno coperto il 33,9 per cento della produzione elettrica, il 19,2 per cento dei consumi termici e il 7,7 per cento dei consumi nel settore dei trasporti.
Fra i numeri sopra esposti ce ne sono due che meglio di tutti indicano come l’Italia si trovi di fronte a una grande occasione. Il primo è il 7,5 per cento di energia prodotta da fonti rinnovabili nel 2005; il secondo è il 17,8 per cento relativo alla stessa voce, del 2018. Si tratta del raddoppio (abbondante) della quota in soli tredici anni. Si può procedere ancora a questo tasso di crescita? La risposta è che si deve, provando magari ad accelerare. Sia ben chiaro: non si tratta di un discorso utopico. Certo non è facile, ma la grande crisi economica (e sanitaria) nella quale ci troviamo deve essere sfruttata (anche) in questa direzione. Ben vengano dunque iniziative come l’estensione delle piste ciclabili e l’allargamento dei marciapiedi nelle città (Milano, giusto per fare un esempio). Ok agli incentivi all’acquisto di mezzi per la micromobilità elettrica (bici a pedalata assistita, monopattini elettrici, ecc.) e, ovviamente, anche a un eventuale allargamento di quelli per le auto elettriche.
Si deve continuare a sostenere la produzione di energie da fonti rinnovabili, contando su uno dei tanti strumenti che l’Europa (intesa come Unione europea e Banca centrale europea) ci metterà a disposizione, detto che alcune delle misure di cui si sta discutendo devono ancora essere approvate e che alcuni Paesi (l’Olanda, per esempio) vorrebbero qualche condizionalità in più per concedere fondi e finanziamenti. Il comparto delle rinnovabili offre una intelligente opportunità di business ed è un volano importantissimo per un settore chiave, in termini economici e sociali, come quello dell’occupazione.
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