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È terminato il viaggio di Goletta Verde di Legambiente che ha analizzato le acque italiane. I risultati sono preoccupanti.
Navigando lungo le coste italiane ogni 59 chilometri ci si imbatte in un punto inquinato o fortemente inquinato. Quasi la metà dei 261 punti campionati dai tecnici di Legambiente nelle quindici regioni costiere italiane, il 48 per cento, è risultato inquinato oltre i limiti di legge (il 39 per cento fortemente inquinato, il 9 per cento inquinato). Sono gli allarmanti dati emersi dalla consueta campagna estiva di Goletta Verde, il veliero ambientalista che solca le acque del Mare Nostrum in cerca di inquinamento, punti critici e scarichi fognari non depurati che mettono a repentaglio la salute dei bagnati e quella dell’intero ecosistema.
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La principale causa dell’inquinamento delle acque costiere in Italia, secondo Goletta Verde, è la cattiva depurazione che affligge vaste aree dello stivale, a causa dell’assenza di una rete fognaria perfettamente funzionante. Oltre a compromettere la qualità dell’acqua, con gravi ricadute a lungo termine sull’ecosistema e sul settore turistico, il problema della depurazione colpirà l’Italia anche economicamente. Il nostro Paese è infatti oggetto di due condanne e di una terza procedura d’infrazione da parte dell’Unione europea, che riguardano complessivamente 909 agglomerati urbani. “La grande opera pubblica di cui non si parla mai nel nostro Paese è il completamento della rete fognaria e di depurazione delle acque reflue – ha dichiarato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. – La mala depurazione è, infatti, un’emergenza ambientale che va affrontata con urgenza visto che siamo anche stati condannati a pagare all’Ue una multa da 25 milioni di euro, più 30 milioni ogni sei mesi finché non ci metteremo in regola”.
Bilancio critico per la @GolettaVerde 2018: inquinato e fortemente inquinato il 48% dei punti campionati: un punto ogni 59 km di costa. Mala depurazione e rifiuti in testa ai nemici del mare. Leggi il report completo -> https://t.co/RXPA5uBcs7 pic.twitter.com/nRk6e1tE39
— Legambiente Onlus (@Legambiente) 13 agosto 2018
Tecnici e biologi di Goletta Verde, il cui viaggio è iniziato il 22 giugno dalla Liguria ed è terminato in Friuli Venezia Giulia il 13 agosto, hanno evidenziato come il nostro mare sia sempre più inquinato. Rispetto al 2017 sono risultati inquinati l’8 per cento dei siti in più. Le maggiori criticità sono state riscontrate alle foci di fiumi e canali: su 149 foci monitorate, 106 (il 71 per cento) sono risultate “fortemente inquinate”.
Se l’anno scorso la maglia nera di regione più inquinata di Italia era toccata al Lazio, quest’anno la regione con il maggior numero di siti che presentano un inquinamento oltre i limiti previsti dalla legge è la Sicilia (con 21 siti), seguita da Campania (20) e Lazio (17).
L’elevato inquinamento delle acque è ulteriormente aggravato dalla inadeguata informazione da parte delle amministrazioni verso i fruitori delle spiagge. Legambiente ha infatti riferito che nell’89 per cento delle aree monitorate, classificate “balneabili” dalle autorità, è assente l’obbligatorio cartello informativo sulla qualità delle acque.
Le minacce per le acque italiane non sono rappresentate solo dall’insufficiente depurazione delle acque, mare e coste sono infatti infestati dai rifiuti. Su 78 spiagge monitorate quest’anno da Legambiente, i volontari dell’associazione hanno trovato quasi 50mila rifiuti, una media di 620 rifiuti ogni cento metri. Di questi l’80 per cento è costituito dall’onnipresente plastica, vero flagello dei mari di tutto il pianeta. Un rifiuto su tre è un prodotto monouso, come bottiglie, cannucce, cotton fioc e stoviglie, per questo l’associazione ambientalista ha chiesto al governo la messa al bando di alcuni prodotti usa e getta di plastica.
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