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Tra le famiglie che hanno scelto di diventare a Impatto Zero ce n’è anche una che porta con sé una storia di coraggio e inclusione, la famiglia Meroni.
Quanta CO2 emette una famiglia? Dipende da tanti fattori: quanto è grande la casa in cui si abita, a che temperatura si imposta il climatizzatore d’estate, quanto spesso si viaggia in auto, e l’elenco potrebbe continuare ancora a lungo. Qualunque sia la risposta, queste emissioni di gas serra possono essere calcolate, ridotte e compensate grazie a Impatto Zero, il pionieristico progetto lanciato da LifeGate nel 2001. Ha fatto questa scelta anche una famiglia molto speciale, quella del piccolo Alessandro, pronta a trasferirsi in quella che non sarà soltanto una casa, ma una piattaforma di innovazione e condivisione, senza barriere: la casa di Ale.
È il 2016 quando Alessandro, all’età di 4 anni, viene colpito da un virus che scatena una malattia rarissima, chiamata mielite acuta flaccida. Da allora è tetraplegico e ventilato artificialmente. Superati i primi, durissimi momenti, i suoi genitori si danno una missione molto pragmatica: fare tutto il possibile per permettere ad Alessandro di crescere serenamente. Da qui nasce un’idea che inizialmente sembra visionaria ma diventa, via via, sempre più concreta: la casa di Ale, in cui tutti gli spazi siano studiati ad hoc per le sue esigenze. Scelta la location (Villa Guardia, in provincia di Como), creata una rete di partner e assolte le incombenze amministrative, nell’autunno del 2021 vengono avviati i lavori di ristrutturazione. La tabella di marcia prevede che nell’estate 2022 l’edificio sia pronto ad accogliere Alessandro, i suoi genitori e la sorella Gaia.
Ben presto diventa chiaro come un progetto di questo tipo sia in grado di cambiare in meglio la vita della famiglia di Alessandro, ma non solo. “Vogliamo creare una concept house in cui testare le tecnologie utili per le persone disabili. La casa potrà essere visitata su appuntamento sia dai privati sia dagli architetti”, spiega Marco Meroni, padre di Alessandro. L’idea ha già il supporto di un nutrito gruppo di partner che hanno messo a disposizione i loro prodotti e servizi, dai sistemi di domotica agli elettrodomestici, dai pannelli solari ai pavimenti. Tutti adatti alle esigenze di Alessandro, che si muove a bordo di una carrozzina elettrica. Ma la casa di Ale sarà un laboratorio permanente. “Stiamo creando un network di aziende proprio perché vorremmo realizzare nuove soluzioni e renderle scalabili, utili anche per gli altri”, continua Meroni.
I consumi di energia elettrica della famiglia Meroni sono consistenti, perché i macchinari medicali sono tanti e il piccolo Alessandro non può farne a meno. “Abbiamo chiesto una consulenza a LifeGate e abbiamo visto che Impatto Zero è una strada molto interessante per sopperire all’impatto ambientale del nostro stile di vita”, racconta Marco Meroni.
Qualsiasi famiglia ha infatti la possibilità di fare una stima della propria carbon footprint attraverso un calcolatore di CO2, gratuito e semplice da usare. Domanda dopo domanda, la famiglia Meroni ha scoperto di emettere circa 12.572 kg di CO2 all’anno, legati per il 54 per cento all’alimentazione, per il 32 per cento alla mobilità e poi, in misura minore, alla casa e ai consumi di energia. Come compensarli? Tutelando 11.106 mq di foreste in Madagascar per un anno. E perché proprio il Madagascar? Perché, in virtù della sua posizione geografica e delle sue caratteristiche, ospita una ricchissima biodiversità con numerose specie endemiche.
LifeGate lavora nell’isola dal 2008, in collaborazione con le Guardie ecologiche volontarie, l’associazione Alfeo Corassori “La vita per te” e il ministero dell’Ambiente. Nella riserva Ilena, per esempio, sono stati piantumati e tutelati oltre 115 ettari. In parallelo agli interventi prettamente forestali, il progetto prevede di ristrutturare il villaggio ex-lebbrosario, la strada e la rete elettrica, oltre a costruire una piccola diga e scavare pozzi funzionali alla coltivazione di alghe. 280 gli ettari riforestati e tutelati nella riserva Mananby, 13,5 (per cinquant’anni) nella riserva Vohitsampana. In tutti questi casi il coinvolgimento della popolazione locale fa davvero la differenza, perché fa sì che la foresta non solo venga riportata in salute ma, nel medio e lungo periodo, diventi volano di sviluppo, crescita e benessere. Per questo si è scelto di affidare agli abitanti dei villaggi la gestione della riserva naturale di Anjà e della riserva Antsanitia.
Impatto Zero è un’opportunità aperta a chiunque, cittadini e imprese. Per la famiglia Meroni ha rappresentato la chiusura del cerchio. Perché un progetto come La casa di Ale, così incentrato sui diritti di tutti, non può perdere di vista le sorti del pianeta. “Se vincerà l’individualismo, mio figlio si vedrà precluse certe possibilità. Per lui è fondamentale far parte di una società che conosca i veri valori della vita, come il rispetto, l’inclusione, la tutela dell’ambiente in cui noi tutti viviamo”, conclude Marco Meroni.
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