
Francesca Albanese è accusata dall’amministrazione Trump di condurre una campagna economica e politica contro Usa e Israele.
Lo scorso anno è stato orribile per i rinoceronti che vivono in Sudafrica. In 12 mesi ne sono stati uccisi 1.004, mentre sono stati 343 i bracconieri arrestati. Il 2014 non sembra essere un anno migliore visto che nei primi sette mesi ne sono stati già uccisi 618 (dati della Wessa rhino initiative), per lo
Lo scorso anno è stato orribile per i rinoceronti che vivono in Sudafrica. In 12 mesi ne sono stati uccisi 1.004, mentre sono stati 343 i bracconieri arrestati. Il 2014 non sembra essere un anno migliore visto che nei primi sette mesi ne sono stati già uccisi 618 (dati della Wessa rhino initiative), per lo più all’interno del parco nazionale Kruger, la riserva naturale più grande del Sudafrica.
“Un rinoceronte viene ucciso ogni sette ore, e quando ne parli a qualcuno la sua reazione è scuotere le mani come in un gesto di disperazione”. Dereck Joubert insieme a sua moglie Beverly hanno dato vita a una fondazione che si chiama Rhinos without borders (Rinoceronti senza frontiere) per cercare di affrontare il problema del bracconaggio, con un approccio innovativo, che finora nessuno aveva mai portato avanti: spostare i rinoceronti in luoghi più sicuri.
Secondo le previsioni, nel 2015 la fondazione farà volare cento rinoceronti dal Sudafrica, che ospita l’80 per cento della popolazione del continente, al Botswana in quanto paese con il minor tasso di bracconaggio in Africa. I rinoceronti vengono principalmente donati da privati o dal governo sudafricano.
Questi due dati, insieme, spiegano l’idea di Dereck e Beverly: “È sbagliato tenere tutto il tuo patrimonio in un unico posto. Ha molto più senso distribuirlo in giro, sia dal punto di vista ecologico che genetico. Così se dovesse verificarsi una catastrofe in un determinato luogo, non si rischia di perdere tutto”.
L’intero processo richiede circa 45mila dollari (circa 35mila euro) per esemplare e diversi mesi visto che include anche azioni successive alla migrazione, utili a far ambientare gli animali nella loro nuova casa. I rinoceronti, infatti, amano stare in gruppo, ma in Botswana la densità è ancora piuttosto bassa.
Uno dei motivi principali per cui il bracconaggio in Botswana non è un problema grave è rappresentato dalla politica dura adottata dal governo contro i criminali. “Se un bracconiere viene fermato dalla polizia – continua Dereck – e non consegna immediatamente le armi, i militari considerano l’atteggiamento come aggressivo” e sono autorizzati a sparare. Un rischio troppo alto per un corno di rinoceronte, per quanto questo sia considerato prezioso sul mercato nero.
Oggi un corno viene pagato 65mila dollari al chilogrammo per le sue presunte proprietà benefiche per la salute. C’è chi crede che possa curare il cancro, chi lo considera afrodisiaco. Niente di tutto ciò è mai stato provato.
La Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (Cites) nel 1989 ha messo al bando il commercio di avorio, e nella decisione è stato incluso anche il corno di rinoceronte che in realtà è fatto di cheratina. Nonostante questo, la guerra contro il bracconaggio è ancora lunga. Negli ultimi anni si è fatta persino più dura e sanguinosa come dimostrano i numeri in continua crescita, ma idee e persone come Beverly e Dereck Joubert fanno ben sperare.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Francesca Albanese è accusata dall’amministrazione Trump di condurre una campagna economica e politica contro Usa e Israele.
L’obiettivo è quello di colmare lacune regolatorie su tecnologie considerate strategiche per decarbonizzare l’industria, ma non mancano le criticità.
I rinoceronti saranno trasferiti dall’associazione Rhinos Without Borders in Botswana, dove il fenomeno del bracconaggio è meno diffuso.
Nel luglio 1976 Seveso fu epicentro del peggior disastro ambientale mai avvenuto in Italia. Oggi un’autostrada fa riemergere ricordi e paure
Già 13 Regioni hanno emesso ordinanze anti-caldo basate sulla piattaforma Worklimate: “siesta” dalle 12.30 alle 16. E i musei diventano rifugi climatici.
A Vicenza il maxiprocesso per contaminazione da Pfas si è concluso con 140 anni di reclusione per 11 dirigenti dell’azienda Miteni, per disastro ambientale, avvelenamento delle acque e reati fallimentari. Una sentenza storica, dopo 4 anni di procedimento.
Il caldo non è uguale per tutti: servono soluzioni accessibili come i rifugi climatici. A Bologna ne sono stati attivati quindici in biblioteche, musei e spazi pubblici.
Riduzione delle emissioni in agricoltura, mobilità sostenibile, efficientamento degli edifici e sensibilizzazione i i pilastri. Ma ora servono i fatti.
Un nuovo murales al Gazometro sarà l’ulteriore tassello di un processo di rigenerazione che sta interessando uno dei quadranti più dinamici della Capitale.