Consiglio europeo, raggiunto l’accordo per bloccare le importazioni di petrolio russo

I leader dell’Unione europea si sono accordati per l’embargo sul petrolio russo, salvando però quello importato attraverso gli oleodotti.

  • Il sesto pacchetto di sanzioni economiche europee contro la Russia di Vladimir Putin conterrà anche l’embargo sul petrolio.
  • È quanto hanno deciso i leader dell’Unione riuniti il 30 maggio per il Consiglio europeo straordinario.
  • Si prevede però un’eccezione temporanea per il petrolio trasportato attraverso gli oleodotti.

Il sesto pacchetto di sanzioni economiche europee contro la Russia di Vladimir Putin conterrà anche l’embargo sul petrolio. Con una significativa eccezione: un’esenzione temporanea per le importazioni di petrolio russo attraverso gli oleodotti. È quanto hanno deciso i leader dell’Unione il 30 maggio, al termine della prima giornata del Consiglio europeo straordinario convocato a Bruxelles.

Come funzionerà l’embargo sul petrolio russo

Ad assumere questa posizione è stato il Consiglio europeo, cioè l’istituzione che definisce le priorità e gli orientamenti politici generali dell’Unione, formata dai capi di Stato o di governo dei paesi membri (per l’Italia c’era Mario Draghi), dal presidente Charles Michel e dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

Nel comunicato pubblicato al termine del summit si legge che il sesto pacchetto di sanzioni dovrà includere anche il divieto di importare negli stati membri greggio e prodotti petroliferi provenienti dalla Russia. I leader esortano quindi il Consiglio dell’Unione europea, cioè l’organo che negozia e adotta gli atti legislativi, a finalizzare il nuovo pacchetto di sanzioni e adottarlo “senza indugio”.

L'Europa importa enormi quantitativi di gas e petrolio dalla Russia
L’Europa importa enormi quantitativi di gas e petrolio dalla Russia © Sean Gallup/Getty Images

Salvate le importazioni di petrolio tramite oleodotti

L’accordo raggiunto dai leader dell’Unione prevede però due condizioni. La prima: si concede un’eccezione temporanea per il greggio trasportato attraverso gli oleodotti. Una soluzione di compromesso che permette di “coprire immediatamente più dei due terzi delle importazioni di petrolio dalla Russia, tagliando una enorme fonte di finanziamento per la sua macchina da guerra”, scrive Charles Michel su Twitter.

Entro la fine dell’anno si arriverà al 90 per cento, gli fa eco la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

Al tempo stesso, però, così facendo l’Unione “salva” i paesi privi di sbocchi sul mare come l’Ungheria che finora si era sempre strenuamente opposta all’embargo sul petrolio russo, dal quale è completamente dipendente. Si spiega così l’entusiasmo espresso su Facebook dal primo ministro ultra-conservatore Viktor Orbán.

La seconda condizione invece vuole garantire la continuità della fornitura di petrolio, lasciando la porta aperta a “misure di emergenza” qualora si verifichino “interruzioni improvvise”.

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