Nel discorso sullo Stato dell’Unione, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen propone di tagliare le emissioni del 55% entro il 2030.
Se l’Europa vuole davvero diventare il primo continente climate neutral entro il 2050, affermandosi come punto di riferimento globale nella lotta ai cambiamenti climatici, non può limitarsi a proseguire con lo status quo. Deve fare di più e più in fretta. È categorica la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nel suo primo discorso sullo Stato dell’Unione, tenuto nella mattinata del 16 settembre di fronte all’Eurocamera riunita a Bruxelles.
When we felt fragility around us, we seized the moment to breathe new vitality into our Union.
— European Commission 🇪🇺 – Follow #SOTEU (@EU_Commission) September 16, 2020
Il green deal al centro della strategia di Ursula von der Leyen
“Mentre molte attività umane si sono fermate durante il lockdown, le temperature del Pianeta hanno continuato ad alzarsi pericolosamente. Lo vediamo attorno a noi: dalle case evacuate per la fusione del ghiacciaio sul Monte Bianco, agli incendi in Oregon, alle coltivazioni in Romania distrutte dalla siccità più grave degli ultimi decenni. Ma abbiamo anche visto la natura ritornare nelle nostre vite. Abbiamo bramato gli spazi verdi e l’aria più pulita per la nostra salute mentale e per il nostro benessere fisico. Sappiamo che serve un cambiamento, e sappiamo anche che è possibile”. Con queste parole Ursula von der Leyen ha introdotto l’atteso passaggio dedicato al clima. Atteso anche perché il green deal, il “patto verde” con cui l’Unione intende azzerare il suo impatto climatico entro il 2050, è un pilastro del suo mandato. Un progetto colossale per cui sono già stati promessi investimenti pari a mille miliardi di euro in dieci anni.
We know change is needed – and we also know it is possible.
— European Commission 🇪🇺 – Follow #SOTEU (@EU_Commission) September 16, 2020
La proposta: -55 per cento di emissioni entro il 2030
Per cominciare, il percorso di riduzione delle emissioni di gas serra dovrà essere molto più incisivo. Per ora il traguardo fissato per il 2030 è un calo del 40 per cento rispetto ai livelli del 1990, ma la Commissione proporrà di raggiungere “almeno” il 55 per cento. Una decisione presa a seguito di una consultazione pubblica e di una valutazione d’impatto, e che vede anche il sostegno di una cordata di 170 manager e investitori. Entro l’estate prossima, dunque, l’intera legislazione in materia di energia e clima verrà resa coerente con questo nuovo obiettivo. Così, assicura von der Leyen, l’Europa riuscirà a conseguire la neutralità climatica e rispettare gli impegni presi con l’Accordo di Parigi. Se altri seguiranno il suo esempio, l’aumento delle temperature globali resterà entro la soglia degli 1,5 gradi.
Per una transizione di questo calibro servono investimenti colossali. Che arriveranno in buona parte da NextGenerationEu, il nuovo strumento temporaneo adottato dai leader dell’Unione europea il 21 luglio 2020 per uscire dalla profonda crisi economica dovuta alla pandemia. Su una capacità finanziaria complessiva pari a 750 miliardi di euro, ha annunciato la presidente della Commissione europea, il 37 per cento verrà speso direttamente per gli obiettivi del green deal. Il 30 per cento inoltre verrà raccolto sul mercato attraverso i green bond, le “obbligazioni verdi” finalizzate a raccogliere liquidità per progetti ambientali.
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