La Russiadispiegherà armi nucleari “tattiche” in Bielorussia. L’annuncio è arrivato nella giornata di sabato 25 marzo e benché il Cremlino abbia minimizzato la mossa, si tratta di una decisione che, nel contesto del conflitto in Ucraina, non può che preoccupare. La Bielorussia, guidata dal 1994 da Alexander Lukashenko, vederle alleato di Vladimir Putin, confina con tre paesi membri dell’Unione europea e della Nato: Lituania, Lettonia e Polonia.
NATO criticized Vladimir Putin for what it called his ‘dangerous and irresponsible’ nuclear rhetoric, a day after the Russian president said he planned to station tactical nuclear weapons in Belarus https://t.co/K7rmKBYKDqpic.twitter.com/FFKhYdQ91F
Putin: “Nulla di nuovo, gli Stati Uniti lo fanno da decenni”
“Non c’è nulla di singolare – ha affermato il leader russo -. Innanzitutto, gli Stati Uniti fanno la stessa identica cosa da decenni, avendo schierato da molto tempo testate nucleari sui territori dei loro paesi alleati. Noi abbiamo deciso di fare lo stesso, senza che ciò implichi da parte nostra alcun tipo di violazione degli obblighi internazionali in materia di non proliferazione delle armi atomiche”.
President Putin has said that deploying tactical nuclear weapons in Belarus follows the lead of the US, who have nuclear weapons based in NATO countries in Europe
Va detto che l’affermazione di Putin circa il dispiegamento di testate nucleari americane un po’ ovunque in Europa non può essere contestata. Certamente sono state piazzate bombe di questo tipo in Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Turchia. In particolare nel nostro paese, un rapporto di Greenpeace pubblicato nel 2020 aveva indicato la presenza di 40 testate nucleari stoccate per conto degli Stati Uniti.
Armi nucleari americane sono presenti in numerosi paesi europei
E proprio nello scorso autunno è emersa la volontà, da parte di Washington, di inviare nel Vecchio Continente anche le B61-12. Si tratta di una tipologia più avanzata di quelle attualmente presenti e che – spiega la Rete italiana pace e disarmo – “possono esplodere sotto la superficie terrestre, aumentando la loro capacità distruttiva contro obiettivi sotterranei fino a raggiungere l’equivalente di un’arma a scoppio in superficie con una resa di 1.250 chilotoni: circa 83 bombe come quelle usate ad Hiroshima”.
The US places nuclear weapons on the soil of 5 countries in Europe a practice banned by the Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons and polls shows is contrary to the will of the people of those countries. #NuclearBanhttps://t.co/9nxhbNqEcg
Quella russa appare quindi più che altro una risposta a politiche già in atto da decenni da parte occidentale. Tanto più che, ufficialmente, il Cremlino ha motivato la decisione con la necessità di replicare alla volontà evocata di recente da parte del Regno Unito di fornire ordigni all’uranio impoverito all’esercito di Kiev.
Un’escalation militare che non si arresta da più di un anno
A preoccupare, insomma, è la continua escalation militare che non si arresta ormai da più di un anno. Il Cremlino non ha specificato, in ogni caso, quando queste armi tattiche saranno trasferite in Bielorussia. Si sa che un centro di stoccaggio è in costruzione e dovrebbe essere pronto in estate. La Russia ha inoltre precisato che manterrà il controllo sulle testate anche sul territorio straniero (sul quale Mosca ha già dislocato dieci caccia capaci di trasportarle).
L’escalation è dunque anche diplomatica, poiché la Bielorussia – ancorché non abbia preso parte in modo diretto all’invasione in Ucraina – ha sempre accordato il proprio appoggio logistico alle truppe russe. E ora potrebbe appunto ospitarne le armi più potenti e pericolose, benché, appunto, di natura “tattica”.
Che differenza c’è tra armi nucleari “tattiche” e “strategiche”
Con questa espressione, infatti, si indicano comunque ordigni che possono essere utilizzati sul campo di battaglia. La natura “tattica”, infatti, può essere intesa come elemento di deterrenza geopolitica, ma anche come strumento militare operativo. Possono, in altre parole, essere utilizzate concretamente sul campo, ad esempio per distrugge totalmente obiettivi specifici, ma possono anche rappresentare una minaccia per le nazioni nemiche (più simbolica che altro, però, poiché i missili balistici e gli aerei da combattimento già consentono, in linea teorica, bombardamenti nucleari anche a distanze molto grandi).
Le armi “tattiche”, in ogni caso, sono di dimensioni minori rispetto a quelle considerate “strategiche”. Così, una bomba atomica del primo tipo è dotata di una potenza che va da 1 a 100 chilotoni (in ogni caso distruttiva, se si considera che quella di Hiroshima fu di 15 chilotoni). Quelle “strategiche” sono invece comprese tra 100 e i 1.000 chilotoni. È il caso, ad esempio, di quelle in possesso della Russia e che possono essere imbarcate sui missili balistici intercontinentali RS-24 Yars.
Quante armi nucleari hanno a disposizione Stati Uniti e Russia
Le armi nucleari tattiche, fabbricate e dispiegate a partire dagli anni Cinquanta, sono in possesso della Russia così come degli Stati Uniti. L’arsenale di Mosca conta all’incirca seimila testate, di cui circa duemila tattiche. Dati molto simili a quelli americani: la Casa Bianca può contare su un totale di circa 5.500 ordigni atomici, tra tattici e strategici. Come noto, però, finora nella storia solo gli Stati Uniti hanno utilizzato bombe nucleari contro un nemico: nel 1945, sulla citata città di Hiroshima, e su quella di Nagasaki.
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