La soluzione alla crisi energetica, per il governo italiano guidato da Giorgia Meloni, passa per il gas e per le trivelle. Il Consiglio dei ministri, nella giornata di venerdì 4 novembre, ha concesso il via libera a nuove autorizzazioni al fine di estrarre la fonte fossile nel mar Adriatico, e ciò anche a partire da 9 miglia dalla costa.
Meloni: "Prezzi calmierati per le aziende più energivore. In un emendamento la possibilità di liberare alcune estrazione di gas italiano facilitando le concessioni in essere e immaginandone nuove". #ANSApic.twitter.com/NsTwPXBxmf
La norma sul gas in un emendamento al decreto Aiuti ter
Il governo ha dunque confermato le indiscrezioni dei giorni precedenti. In termini tecnici, la norma sarà contenuta in un emendamento che verrà posto all’esame del Parlamento la prossima settimana, nell’ambito della discussione sul decreto Aiuti ter. Quest’ultimo, infatti, contiene anche “misure urgenti” per fronteggiare la crisi energetica.
L’esecutivo conservatore punta in questo modo ad aumentare notevolmente il quantitativo di gas estratto direttamente nel nostro paese, rispetto ai 3,3 miliardi di metri cubi del 2021. Inoltre, la presidente del Consiglio ha specificato che chiederà alle compagnie di garantire che tra 1 e 2 miliardi di metri cubi vengano concessi ad aziende particolarmente energivore a prezzi calmierati, al fine di contrastare il caro-prezzi.
La scelta italiana incompatibile con gli obiettivi climatici
Una scelta che, di fatto, risulta in buona parte in linea con ciò che ha indicato l’Europa, che nella tassonomia delle attività economiche considerate “sostenibili” ha inserito, appunto il gas come fonte di transizione. Ma che risulta, di fatto, incompatibile con gli obiettivi climatici che si è fissata non soltanto l’Italia ma l’intera comunità internazionale.
La scienza è stata infatti chiarissima su questo punto: tutte le fonti fossili che non sono ancora state estratte, siano esse carbone, petrolio o gas, devono rimanere sottoterra, se vogliamo ancora sperare di centrare l’obiettivo di limitare la crescita della temperatura media globale, di qui al 2100, ad un massimo di 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali.
“Aggraviamo la crisi climatica con impatti minimi sull’indipendenza”
“Aumentando le trivellazioni in mare ha commentato Greenpeace Italia – il governo aggrava la crisi climatica. Sommando riserve certe e probabili, avremmo poco più di un anno di consumi di gas. Con impatti minimi su indipendenza e costo dell’energia. Servono invece più rinnovabili, efficienza e risparmio energetico”.
Aumentando le trivellazioni in mare il governo aggrava la #crisiclimatica. Sommando riserve certe e probabili, avremmo poco più di un anno di consumi di gas. Con impatti minimi su indipendenza e costo dell'energia. Servono invece più rinnovabili, efficienza e risparmio energetico
A poche ore dall’avvio della ventisettesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite, la Cop 27 che si tiene a Sharm el-Sheikh, in Egitto, l’Italia invia dunque un segnale negativo e pericoloso ai partner internazionali. Ma la posizione del governo Meloni, va detto, non è dissimile da quella del ministro della Transizione ecologica del presente esecutivo guidato da Mario Draghi, Roberto Cingolani, che si era schierato nettamente a favore di nuove trivellazioni.
Il cambiamento parte dal confronto. L’intervista all’assessore alla Mobilità e all’Ambiente Marco Granelli che ha partecipato alla presentazione del primo osservatorio per una Milano sostenibile.
Alimentata mediante fuel cell, si guida come una comune vettura elettrica con, in più, un’autonomia di 650 km e tempi di rifornimento molto contenuti. Ottimo il comfort. L’abbiamo guidata a Bolzano, sede dell’unico distributore d’idrogeno in Italia.
Nella parte nord occidentale della Sardegna è nascosto un giacimento di energia pulita. Moto ondoso, correnti e maree hanno un potenziale straordinario.
Un progetto di economia circolare prevede di fare il pieno agli autobus con il biometano prodotto a partire dalla raccolta differenziata della frazione umida. Meno combustibili fossili, meno emissioni e il ciclo che si chiude.
Davvero non ci sono i soldi per costruire un’Italia sostenibile e pulita? Secondo Sbilanciamoci!, bisogna solo usarli bene. Questa finanziaria alternativa lo dimostra.
Abbiamo rivolto alcune domande ai due candidati al ballottaggio per la carica di Sindaco di Milano sulla loro idea di città sostenibile. Purtroppo, abbiamo ricevuto solo le risposte di Beppe Sala.