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Davvero non ci sono i soldi per costruire un’Italia sostenibile e pulita? Secondo Sbilanciamoci!, bisogna solo usarli bene. Questa finanziaria alternativa lo dimostra.
Una finanziaria alternativa a saldo zero, da 40,8 miliardi di euro. Composta da 115 proposte articolate su sette aree: fisco, lavoro, istruzione, ambiente, welfare, altraeconomia, pace e cooperazione internazionale. È la Contromanovra 2017 elaborata dalla campagna Sbilanciamoci!, che prende in esame punto per punto la legge di bilancio 2017 e propone le sue alternative, per un’Italia più equa e sostenibile.
C’è un’economia diversa da quella della ricerca del profitto a tutti i costi. Un’economia solidale, sostenibile, vicina all’ambiente e al territorio. Secondo la finanziaria alternativa di Sbilanciamoci! il governo non è ancora abbastanza attento a questo mondo, che pure non è una novità per gli italiani, che ormai da anni hanno preso confidenza con le varie forme sostenibili di turismo, commercio, agricoltura, finanza.
La manovra propone di investirci quasi 200 milioni di euro. Innanzitutto, istituendo tre fondi per il commercio equo e solidale, l’economia soldale (1 milione ciascuno) e la riconversione ecologica delle imprese (10 milioni). Poi ci sono i due piani strategici, da 10 milioni ciascuno, per la piccola distribuzione organizzata e per la certificazione partecipata della qualità dei prodotti biologici. Infine c’è un grande progetto per lo sviluppo degli open data: banche dati aperte, fruibili da tutti (imprese, cittadini e istituzioni). Investire sugli open data – si legge nella finanziaria alternativa – significa costruire un’Italia più trasparente e democratica. Significa creare un mercato più competitivo e meno vulnerabile alla corruzione. E fornire ai cittadini nuovi strumenti di conoscenza e consapevolezza.
Entrate statali pari a 5,8 miliardi di euro, uscite pari a 3,9 miliardi. Sono questi i numeri del capitolo sull’ambiente. Numerose, e ambiziose, le proposte. Innanzitutto, introdurre il carbon floor price, vale a dire una sorta di carbon tax in cui il valore dei permessi di co2 non può scendere al di sotto di una certa soglia. Da un lato, bisogna aggiornare i canoni per le concessioni estrattive per petrolio e gas, eliminando tutte le esenzioni; dall’altro, si devono introdurre incentivi per l’installazione di impianti fotovoltaici da parte di famiglie e piccole imprese.
Nell’Italia immaginata da Sbilanciamoci! non ci sono più sussidi (diretti o indiretti) ai combustibili fossili e i veicoli non sono più tassati in base alla cilindrata e ai cavalli ma in base alle loro emissioni di co2. È un’Italia che alle grandi opere preferisce l’ammodernamento e l’adeguamento di ferrovie e mezzi pubblici già esistenti, soprattutto al Sud. E che destina la prima dotazione per il Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale, vale a dire 1,9 miliardi di euro, agli interventi di prevenzione del rischio sismico e idrogeologico, all’adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici, alla difesa del suolo e alla manutenzione e rinaturalizzazione del territorio.
Ma cos’è “Sbilanciamoci!”? È un movimento che si propone di “conoscere, discutere e analizzare criticamente i fatti dell’economia”. E di “sapere tutto il possibile sul sistema economico nel quale viviamo, progettare tutto il possibile del sistema economico nel quale vorremmo vivere”. Ne fanno parte ong come Actionaid, Antigone, Emergency, Mani Tese, Wwf e molte altre. Ma anche Udu (Unione degli Universitari), Arci, Movimento Consumatori, Medicina Democratica. In tutto, le organizzazioni aderenti sono 47.
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