
Il mese di ottobre 2023 comincia con temperature tipicamente estive in Italia, Francia e Spagna: superati i 30 gradi in decine di città.
Greenpeace lancia una nuova campagna per chiedere l’eliminazione di sostanze tossiche, i pfc, utilizzate nel settore dell’abbigliamento outdoor.
Greenpeace ha realizzato un video in cui chiede l’eliminazione dei perfluorurati (pfc), sostanze chimiche realizzate in laboratorio e impiegate da decenni nella produzione di abbigliamento sportivo e outdoor, in particolare giacche, pantaloni e scarpe per renderli resistenti all’acqua: idrorepellenti. La richiesta dell’organizzazione ambientalista è dovuta al fatto che queste sostanze sono persistenti e non si degradano per molto tempo.
Nei mesi di maggio e giugno volontari e ricercatori hanno condotto spedizioni in alcune aree remote del pianeta, proprio quelle che definiremmo “incontaminate”, soprattutto luoghi di montagna: Torres del Paine, in Patagonia (Cile); i monti Altai (Russia); i monti Haba, nella regione dello Shangri La (Cina); i monti Tatra (Slovacchia); i laghetti di Macun (Svizzera) e Treriksroset, al confine fra Svezia, Finlandia e Norvegia. Poche settimane fa è stata organizzata anche una spedizione presso il lago di Pilato, nel parco nazionale dei monti Sibillini, tra Marche e Umbria, con la collaborazione delle guide del Club alpino italiano (Cai), sezione di Foligno. Qui, purtroppo, sono state riscontrate le concentrazioni maggiori.
“Abbiamo trovato tracce di pfc nei campioni di neve raccolti in tutte le località oggetto d’indagine” ha affermato Giuseppe Ungherese, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace Italia. “Preoccupa che questi inquinanti pericolosi e persistenti si trovino persino nei luoghi più remoti del pianeta. Dei 17 composti riscontrati in tutti i campioni di neve analizzati, ben quattro hanno mostrato le concentrazioni maggiori presso il lago di Pilato”.
Sulla scia della dichiarazione di Madrid rilasciata il primo maggio da oltre 200 scienziati di 38 paesi, Greenpeace chiede di firmare un manifesto per l’eliminazione dei pfc da tutti i prodotti di consumo, in particolare dal settore dell’abbigliamento, perché una volta che queste sostanze finiscono nell’ambiente poi ci rimangono a lungo e rischiano di inquinare l’ambiente e risalire nella catena alimentare diventando così potenzialmente tossiche.
“Dopo l’impegno preso da alcuni marchi del lusso, dell’abbigliamento sportivo e del fast fashion, è ora che anche il settore dell’outdoor si decida a ripulire le proprie filiere e l’ambiente dalle sostanze tossiche, cominciando proprio dai pfc”, ha dichiarato Chiara Campione che guida la campagna #DetoxOutdoor. Questa, infatti, è solo l’ultima tappa di Detox cominciata nel 2011 nel tentativo di chiedere alle multinazionali dell’abbigliamento e dell’industria tessile di eliminare elementi dannosi per la salute e l’ambiente.
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