
I dati degli ultimi anni indicano un rallentamento nel processo di transizione energetica in Italia. Il rischio è di mancare gli obiettivi al 2030.
Continua a registrare record su record la Costa Rica. Non solo in termini di biodiversità e di qualità della vita, ma anche per quanto riguarda la produzione di energia rinnovabile. Il 2016 infatti si è chiuso con il 98,12 per cento di produzione di elettricità da fonti rinnovabili e senza l’impiego di combustibili fossili. Se
Continua a registrare record su record la Costa Rica. Non solo in termini di biodiversità e di qualità della vita, ma anche per quanto riguarda la produzione di energia rinnovabile. Il 2016 infatti si è chiuso con il 98,12 per cento di produzione di elettricità da fonti rinnovabili e senza l’impiego di combustibili fossili.
Se nei primi mesi dell’anno il Paese centroamericano, per ben 76 giorni consecutivi, utilizzava solo idroelettrico, geotermico ed eolico per la produzione di elettricità, a fine anno sono stati 250 i giorni nei quali la domanda di elettricità è stata coperta dalle sole fonti pulite e a basse emissioni di carbonio. Un mix elettrico che ha permesso alla Costa Rica di non dover utilizzare nemmeno una goccia di combustibili di derivazione fossile.
Lo ha fatto sapere l’Ice (Istituto per l’elettricità della Costa Rica), che ha sottolineato come il maggior contributo sia stato dato dall’acqua, con la copertura del 74,35 per cento del fabbisogno elettrico totale del Paese. E questo nonostante il mese di aprile sia stato il meno piovoso degli ultimi due anni. La siccità ha impedito probabilmente di raggiungere il 100 per cento e obbligato ad impiegare quell’1,88 per cento di combustibili fossili nel computo totale.
Rimane comunque fiducioso il presidente dell’Ice Carlos Obregón per il 2017, che ha dichiarato: “Apriremo quattro nuovi impianti eolici il prossimo anno e ci aspettiamo condizioni meteorologiche favorevoli nei bacini idrografici che alimentano i nostri impianti idroelettrici”. Dopo l’idroelettrico, il maggior contributo è stato dato dalla geotermia, con un 12,74 per cento, subito seguito dal vento (10,30 per cento). Solare e biomasse hanno invece ancora percentuali irrisorie.
È vero, la Costa Rica ha poco meno di 5 milioni di abitanti e un fabbisogno energetico 30 volte inferiore a quello dell’Italia. Ma ciò che è certo che dalle isole alle piccole nazioni sparse nel globo la transizione energetica è iniziata.
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