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Le elezioni in Francia hanno incoronato Emmanuel Macron. Ex ministro, banchiere e leader del movimento di centro En Marche!, succede al socialista Hollande.
Emmanuel Macron è il nuovo presidente della Repubblica francese. A spoglio quasi ultimato, il candidato del movimento di centro En Marche! è accreditato del 66,06 per cento dei voti, contro il 33,94 per cento ottenuto dalla leader dell’estrema destra transalpina, Marine Le Pen.
Per il suo discorso ufficiale davanti alla folla, Macron ha raggiunto l’Esplanade del museo del Louvre dopo una camminata di quattro minuti, sulle note dell’Inno alla gioia di Beethoven, lo stesso inno scelto dall’Unione europea. Attraversa solo l’intera piazza, a fianco delle celebri piramidi che ospitano l’ingresso al museo. Solo una volta arrivato di fronte ai cittadini francesi si lascia andare ad un sorriso: “Grazie amici! Grazie a voi di essere qui stasera. Di esservi battuti con coraggio in questi mesi, perché questa sera avete vinto voi, ha vinto la Francia. Voglio ringraziare anche coloro che hanno votato per me pur senza condividere il mio programma, che hanno votato contro l’estremismo”.
Ce lieu parcouru d’histoire, c’est le lieu de tous les Français. pic.twitter.com/tzT7Nxldoy
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) 7 maggio 2017
A 39 anni, l’ex banchiere d’affari e ministro dell’Economia è stato dunque scelto dagli elettori per succedere al socialista François Hollande, che nel 2012 aveva a sua volta preso il posto del conservatore Nicolas Sarkozy. Diplomato presso l’Institut d’études politiques (Iep) e presso l’Ecole nationale d’administration (la “scuola” che rappresenta uno dei trampolini abituali verso la funzione pubblica e la vita politica transalpina), Macron ha cominciato la propria carriera nell’amministrazione statale come vice-ispettore alle Finanze. Nel 2008, ha fatto parte della Commissione Jacques Attali, una sorta di think tank voluto dall’allora presidente di destra Nicolas Sarkozy al fine di rilanciare la crescita economica del paese.
Esaurito tale incarico, Emmanuel Macron ha scelto la strada dell’alta finanza. Entra quindi nel gruppo dirigente di Banque Rothschild: nel 2012, concluderà un accordo tra la Nestlé e il gruppo Pfizer da 9 miliardi di euro rimasto negli annali della banca d’affari. Il soprannome di “banchiere di Rothschild” non lo abbandonerà più, anche per via degli stipendi galattici intascati nel corso dell’esperienza nella finanza: 2,4 milioni in soli 18 mesi, secondo le informazioni riferite dalla tv Bfm.
L’esperienza al fianco di Hollande nel corso dell’ultimo quinquennio lo ha visto dapprima impegnato come consigliere dello stesso presidente, in qualità di vice segretario generale dell’Eliseo, quindi come ministro nel secondo governo di Manuel Valls. Ciò nonostante, si è presentato come candidato “anti-sistema”.
Macron si è presentato alle elezioni presidenziali con un programma di stampo chiaramente social-liberale. Fedele alla sua linea centrista, l’ex ministro ha proposto una (difficile) sintesi tra le tradizionali politiche di austerità draconiana e quelle che invece puntano agli investimenti. Ha promesso infatti enormi tagli al bilancio statale (60 miliardi di euro nel corso del quinquennio), il che si tradurrà, tra le altre cose, nella soppressione di 120mila posti nella funzione pubblica francese (50mila a livello statale, 70mila negli enti locali). È previsto anche un taglio ai fondi per la disoccupazione pari a 10 miliardi: il tutto dovrebbe portare la spesa pubblica a scendere dal 54,6 per cento del pil al 52 per cento entro il 2022. Al contempo, il programma di Macron prevede un piano di investimenti da 50 miliardi.
In tema di ecologia un’analisi approfondita del quotidiano Libération ha sottolineato la mancanza di incisività. “Il programma – ha osservato il giornale parigino – non contiene vere idee innovatrici in tema di ecologia e le sue dichiarazioni sulla questione sono state poche, vaghe e spesso incoerenti. Quasi tutto ciò che viene proposto esiste già”.
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