Scoperte due nuove barriere coralline nell’area marina delle Galápagos

Al largo delle isole ci sono due grandi barriere coralline, a 370 metri di profondità. Sono più protette dagli effetti dei cambiamenti climatici, per ora.

  • I ricercatori hanno trovato due nuove barriere coralline in acque profonde, tra cui una che si estende per oltre 800 metri nelle acque intorno alle isole Galápagos, in Ecuador.
  • È stata eseguita una mappatura dei fondali marini con scansione laser.
  • Le barriere hanno mostrato un’altissima biodiversità di specie di coralli duri e altri organismi viventi. Ora vanno protette.

Un team di ricercatori internazionali ha scoperto una vasta barriera corallina nelle acque profonde intorno alle isole Galápagos. La scoperta è stata effettuata grazie a una mappatura dei fondali marini con la tecnologia a laser. In realtà, le barriere coralline scoperte sono due: una che si estende per oltre 800 metri, pari alla lunghezza di circa otto campi da calcio, e l’altra lunga 250 metri. Entrambe sono state scoperte a una profondità compresa tra i 370 e i 420 metri.

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Barriera corallina della Wolf Island, Galapagos, Ecuador © Reinhard Dirscherl\ullstein bild via Getty Images

Come sono fatte le nuove barriere coralline delle Galápagos

La barriera corallina si trova all’interno della riserva marina delle Galápagos, una delle più grandi aree marine protette del pianeta, che si estende per 133.000 chilometri quadrati, una superficie di poco più grande dell’intera Grecia. Nel 2021, il governo ecuadoriano (le isole Galápagos, infatti, sono sotto la giurisdizione dell’Ecuador) ha annunciato di voler proteggere altri 60.000 chilometri quadrati con la creazione della riserva marina Hermandad, entrata in vigore nel 2022.

Le scogliere delle Galápagos presentano una varietà di specie di coralli duri, tra cui molte del genere “madrepora”. I coralli duri sono gli “edifici” della barriera corallina: producono carbonato di calcio, formando il tipico scheletro calcareo che siamo abituati a vedere. Gli scienziati ritengono che questi coralli si siano formati e abbiano sostenuto la biodiversità marina per migliaia di anni.

Katleen Robert, scienziata del Fisheries and marine institute della Memorial university di Terranova, ha dichiarato che questi sistemi di barriera corallina di acque profonde presentano un’elevata biodiversità, descrivendo ciascuno di essi come una “foresta” o un “campo di fiori”. Aragoste, squali, razze, diverse specie di pesci: i coralli sono popolati da una ricca fauna marina. “Per ogni video di un’ora che abbiamo raccolto, probabilmente passeremo 10 ore in laboratorio ad analizzarlo e a contare tutti gli animali”, ha detto alla testata Mongabay un membro dell’equipaggio. “Non sarei sorpreso se trovassimo oltre 100 specie diverse”.

Ma anche le acque profonde patiscono i cambiamenti climatici

La scoperta di queste due nuove barriere coralline arriva sei mesi dopo un altro importante ritrovamento: ad aprile di quest’anno, infatti, il team di scienziati aveva scoperto “antiche barriere coralline d’alto mare” sempre nelle acque che circondano le Galápagos. “Antiche” significa che, con molta probabilità, si tratta di barriere coralline che sono riuscite a resistere per secoli nelle profondità della riserva marina delle Galápagos, sostenendo intere e diversificate comunità marine, potenzialmente uniche. Alle quali si aggiungono ora le due nuove scoperte.

A differenza delle barriere coralline poco profonde, che soffrono di stress a causa del caldo provocato dal costante riscaldamento degli oceani (e in parte anche dal fenomeno climatico conosciuto come El Niño), le barriere coralline in acque profonde subiscono meno gli effetti di sbiancamento dovuto al calore.

Tuttavia, la ricerca ha scoperto che i cambiamenti climatici avranno comunque un impatto anche sui coralli di acque profonde, che sono sì acque fredde ma dove diminuirà l’offerta di cibo dovuta al cambiamento degli oceani.

“La Riserva marina delle Galápagos è un’area di straordinaria importanza biologica, collegata alle aree marine protette del Pacifico orientale”, dicono gli scienziati su Mongabay. Per questo è importante sostenere la ricerca, l’innovazione tecnologica nel campo della protezione degli habitat sott’acqua: al fine di mantenere intatta la salute degli oceani, c’è bisogno di una migliore gestione delle aree marine protette.

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