
Le distese di sargasso nelle acque dell’Atlantico hanno raggiunto livelli record. Ma c’è anche chi si rimbocca le maniche per cercare soluzioni.
Raccogliere plastica per ripulire il territorio e guadagnarsi da vivere. Accade ad Haiti grazie alla squadra di Plastic Bank, di cui fa parte anche Henkel.
Quante volte ci è capitato di comprare un flacone di detersivo al supermercato? A uno sguardo superficiale possono sembrarci tutti uguali, ma ce ne sono alcuni che arrivano da molto lontano e portano con sé una storia di dignità e riscatto. Sono quelli prodotti da Henkel con la plastica riciclata nei centri di Plastic Bank, ad Haiti. Un esperimento che per ora è in fase pilota, ma che – negli auspici dell’azienda – potrebbe essere ampliato in futuro.
“Quando definiamo una cosa rifiuto, la vediamo come rifiuto”. Le cose cambiano quando iniziamo a capire che tutto ha un valore, compresi quelli che all’apparenza sembrano “solo” scarti. È il messaggio lanciato da David Kats, fondatore di Plastic Bank, un’impresa sociale che opera ad Haiti, nelle Filippine e in Indonesia. Con questo progetto, i rifiuti in plastica raccolti nel territorio diventano una moneta di scambio: basta portarli nei centri affiliati per ricevere denaro, beni o servizi di prima necessità, o anche per pagare la retta scolastica o l’assistenza sanitaria. Così, le spiagge e i centri abitati sono più puliti e, parallelamente, le persone si guadagnano le risorse per vivere una vita dignitosa.
Can you affect the cycle of poverty & stop ocean plastic at the same time? Yes! Visit our website & go plastic neutral to support programs like these.#plasticbank #socialplastic #education pic.twitter.com/eyYn7z8xel
— Plastic Bank (@PlasticBank) August 26, 2019
Ma non è finita qui, perché la plastica viene poi riciclata e trova una seconda vita come “social plastic”, che le aziende partner trasformano in prodotti o packaging. Ed è proprio quello che Henkel – la multinazionale tedesca leader nel campo della detergenza, della cosmetica e degli adesivi e sigillanti – fa con il materiale recuperato ad Haiti, dove sono stati aperti tre centri di raccolta. Un paese in cui l’80 per cento della popolazione vive con meno di due dollari al giorno, circa tre case su quattro sono di latta, legno e cartone e, fatta eccezione per Plastic Bank, c’è forte carenza di impianti per il trattamento dei rifiuti. La collaborazione è iniziata nel 2017 e già l’anno successivo l’azienda ha messo sul mercato i primi 25mila flaconi realizzati con la social plastic. L’esperimento è riuscito e già si studia il modo migliore per ripeterlo in futuro, su una scala ancora più ampia.
By 2050 there will be more plastic than fish in the ocean. With our cooperation with Social Plastic we’re tackling this problem while improving lives of people! #EarthDay ? #sustainability https://t.co/qKvhYkySXn pic.twitter.com/KqBmIu7IrD
— Henkel (@Henkel) April 22, 2018
Per un’azienda come Henkel, che deve garantire la qualità, la sicurezza e l’igiene dei prodotti rispettando precisi requisiti di legge, la plastica è spesso una necessità. Ma ciò non toglie che si possa lavorare per impiegarla in modo intelligente e più rispettoso del Pianeta, abbandonando il modello lineare (produco, consumo, uso e butto) e abbracciando il paradigma dell’economia circolare.
We’re a proud member of the @EndPlasticWaste – a cross value-chain alliance committed to helping #EndPlasticWaste. On @natgeo, you can learn all about the first project, which is a collaboration with @renewoceans. https://t.co/FP62zh6fKI
— Henkel (@Henkel) August 7, 2019
In questo senso, la multinazionale tedesca si è prefissata alcuni obiettivi ben precisi da raggiungere: entro il 2025 il 100 per cento del packaging Henkel sarà riciclabile, riutilizzabile o compostabile (sono esclusi i prodotti adesivi, i cui residui potrebbero compromettere la riciclabilità), e le confezioni dei prodotti al consumo in Europa utilizzeranno almeno il 35 per cento di plastica riciclata. Il Pvc sarà eliminato del tutto. Al 2025 manca ancora qualche anno, ma – fa sapere l’azienda – l’Italia è già a buon punto: i flaconi di alcuni detersivi per la casa sono già realizzati con Pet riciclato al 100 per cento, mentre quelli dei detersivi per il bucato diventano sempre più leggeri e compatti, grazie al minuzioso studio delle nuove formulazioni.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Le distese di sargasso nelle acque dell’Atlantico hanno raggiunto livelli record. Ma c’è anche chi si rimbocca le maniche per cercare soluzioni.
È aumentato il numero di Comuni italiani sui cui territori sono presenti spiagge alle quali è stata riconosciuta la Bandiera blu.
Che fine fa il vetro, quando si rompe? Se lo trattiamo bene, è uno dei pochi materiali che non vedrà mai la discarica. Qui vi raccontiamo come e perché. Con l’aiuto di CoReVe.
Nasce il Parco nazionale del Matese, la 25esima area protetta italiana che ospita un’enorme biodiversità tra Campania e Molise.
Il 6 maggio l’Italia ha già consumato tutte le risorse naturali rinnovabili che le spettano per l’intero 2025: è l’Overshoot day del nostro paese.
Il rapporto annuale di Reporter senza frontiere sulla libertà di stampa indica per la prima volta una situazione globale “difficile”. Male l’Italia.
Combattimenti tra animali, caccia al trofeo e allevamento in gabbia: nessuno degli emendamenti che avrebbero contrastato queste pratiche è stato approvato dalla maggioranza di Governo in Parlamento.
Mentre l’Europa prende tempo per stringere i controlli contro il commercio illegale di legno, Albania, Bosnia e Macedonia del Nord provano a cogliere l’opportunità per fare passi avanti.
Un’immersione a oltre 5.000 metri di profondità ha svelato un fondale pieno di plastica e rifiuti: la Calypso deep, nel cuore del Mediterraneo, si conferma uno dei luoghi più inquinati degli abissi marini.