
Il Sycamore Gap Tree, o “albero di Robin Hood”, è stato abbattuto per un atto di vandalismo: aveva 200 anni, era la star di fotografi e amanti del cinema.
Il Turtle day evidenzia l’importanza di proteggere le tartarughe marine, pacifiche e antiche creature dall’elevata importanza biologica.
Spesso i rettili non sono tra gli animali più amati, anzi, molti di loro, come i serpenti, sono vittime di pregiudizi e guardati con ribrezzo. Ci sono però dei rettili a cui è impossibile non voler bene, le tartarughe marine. Questi simpatici animali abitano il pianeta da tempo immemore, hanno assistito a quattro periodi geologici, ma oggi sono in pericolo.
Tutte e sette le specie di tartaruga esistenti sono infatti a rischio estinzione, sono la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea), la tartaruga verde (Chelonia mydas), la tartaruga comune (Caretta caretta), la tartaruga embricata (Eretmochelys imbricata), la tartaruga di Kemp (Lepidochelys kempii), la tartaruga olivacea (Lepidochelys olivacea) e la tartaruga a dorso piatto (Natator depressus).
Leggi anche: Il ritorno della tartaruga embricata in Nicaragua, grazie (anche) alle comunità locali
La vita delle tartarughe marine è una costante lotta per la sopravvivenza, a partire dal momento esatto in cui mettono fuori il muso dall’uovo, la percentuale di nascituri destinata a raggiungere l’età adulta è di circa una su mille. Appena nate le piccole tartarughe escono dai nidi e “corrono” verso l’acqua, ascoltando un muto richiamo ancestrale. Per raggiungere il mare devono evitare un gran numero di predatori, come gabbiani, granchi e persino coccodrilli.
In teoria una volta raggiunta l’età adulta questi rettili sarebbero difficilmente attaccabili, protetti da un inespugnabile carapace e in grado di nuotare a velocità superiori ai 35 chilometri orari. Il mare è però pieno di pericoli di natura antropica contro i quali le tartarughe, nonostante la considerevole esperienza di 150 milioni di anni, non sono attrezzate.
Imbarcazioni di ogni sorta in grado di ucciderle o mutilarle, rifiuti di plastica scambiati per meduse e inghiottiti, reti da pesca e sostanze inquinanti, forse le tartarughe rimpiangono i cari vecchi ittiosauri.
Leggi anche: C’è ancora speranza per le tartarughe marine
Il 16 giugno si celebra la Giornata mondiale delle tartarughe marine, il Turtle day, istituita per sottolineare la necessità di proteggere queste magnifiche creature. La data scelta è un omaggio al professor Archie Carr, nato appunto il 16 giugno 1909, grande studioso di tartarughe.
Le tartarughe marine meriterebbero di vivere a prescindere, ma ci sarebbero sufficienti ragioni anche se le guardassimo con l’occhio utilitaristico tipico della nostra specie. Questi animali, ad esempio, contribuiscono a regolare le popolazioni di meduse e di spugne, alcune specie si nutrono di alghe e altre piante marine, limitandone così la diffusione e “creando” habitat per molte specie marine.
Diverse sono le iniziative organizzate in tutto il mondo, dalla liberazione di alcuni esemplari custoditi negli appositi centri di recupero, alla pulizia delle spiagge nelle quali nidificano i rettili, fino a campagne in favore del riciclo. Le tartarughe nuotano placide nei mari e negli oceani della Terra da 150 milioni di anni, facciamo sì che vi rimangano per molto tempo ancora.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il Sycamore Gap Tree, o “albero di Robin Hood”, è stato abbattuto per un atto di vandalismo: aveva 200 anni, era la star di fotografi e amanti del cinema.
Il 1° ottobre è la Giornata mondiale dedicata al caffè. Startup italiane ed estere cercano di ridurre l’impatto ambientale di una bevanda tanto amata.
Individuare i nidi di tartarughe marine è importante per metterli in sicurezza fino alla schiusa delle uova. Un aiuto arriva dai cani addestrati.
Il 30 ottobre tre giovani attiviste partiranno per l’America centrale con il progetto Diritto a REsistere, per raccontare le storie di lotta dei nativi contro le ingiustizie ambientali. E ispirare tutti noi.
Lo ha fatto sapere la Provincia di Trento che ha agggiuno che “da un primo esame esterno della carcassa dell’orsa F36 non è stato possibile avanzare ipotesi sulla causa della morte”.
Un gruppo di ong europee ha depositato una denuncia penale contro il colosso Bayer, accusato di aver nascosto studi scomodi sul glifosato.
Uno studio ha permesso di rintracciare microplastiche nella quasi totalità dei campioni prelevati nei tre laghi.
Secondo il Wwf, incrementare le aree verdi urbani nelle città europee salverebbe 43mila vite l’anno. Ma avanza la cementificazione selvaggia.
La società LEGO ha spiegato che anni di studi e sperimentazioni non hanno portato a trovare materiali più sostenibili adeguati. Ma la ricerca continua.