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Intelligenze artificiali, quali sono i progetti emergenti delle ultime settimane
Sono state settimane di progresso nell’ambito delle intelligenze artificiali. I nuovi progetti sono molti e non solo da parte dei giganti del settore.
Sta succedendo molto in fretta. Appena un anno fa iniziava l’inverno crypto, la fase di stanca (e crisi) che avrebbe raffreddato gli animi nel settore; nel frattempo, montava l’interesse attorno alle intelligenze artificiali grazie a Dall-E di OpenAI, che riusciva a generare immagini da una qualunque descrizione testuale. Nei mesi successi è arrivato ChatGpt, che ha applicato la stessa incredibile tecnologia nella parola scritta. Da allora, con un effetto cascata, le notizie provenienti dal settore non hanno più smesso di arrivare: realtà “indie” come MidJourney e Stable diffusion hanno fatto passi da gigante, mentre Microsoft si legava a doppio filo con OpenAI (con cui ha stretto un accordo “multi-miliardario”). Questa settimana, infine, è arrivata anche Google. Ma andiamo per gradi, per quanto possibile, e cerchiamo di fotografare una parte di Silicon Valley che sembra in procinto di esplodere di entusiasmo investimenti e novità ma anche di polemiche e preoccupazioni più che lecite.
Due settimane di novità per le intelligenze artificiali
Partiamo dalla scorsa settimana, iniziata con l’annuncio di Alpaca AI, un chatbot simile a ChatGpt (un servizio con cui discutere, chattando), sviluppato dalla prestigiosa università di Stanford. Particolare importante: il progetto in questione è costato poco più di cinquecento dollari all’istituzione, grazie a un approccio open source che pare indicare una via ben più economica di quella seguita per anni da Big tech. Letteralmente il giorno dopo, sono successi due eventi notevoli: Anthropic, una startup che si occupa di IA, ha presentato Claude, un assistente sotto forma di intelligenza artificiale, e OpenAI ha finalmente svelato al mondo Gpt-4, la quarta e attesissima versione del suo modello linguistico (l’acronimo sta per Generative pre-trained transformer), lo stesso che fa funzionare ChatGpt e Dall-E. Nelle stesse ore, Google annunciava l’implementazione di strumenti di AI nella sua suite di prodotti per il lavoro, Google workspace (ma ci torniamo).
Arriviamo così a MidJourney che ha svelato la quinta versione del suo generatore di immagini, che in pochi giorni si è dimostrato in grado di apportare notevoli migliorie alle performance dell’intelligenza artificiale, specie per quanto riguarda la realisticità del prodotto finale. La settimana si è conclusa, almeno per quanto riguarda questa sinossi, con la mossa di Microsoft, che risponde a Google presentando le IA che arricchiranno la suite Microsoft 365 (Word, Excel…), una novità che potrebbe avere enormi conseguenze nella vita lavorativa di milioni di persone. Nel frattempo, la febbre da ChatGpt ha portato anche il colosso cinese Baidu a sfornare la sua risposta a tema, anche approfittando del fatto che l’originale di OpenAI è vietato nel Paese, dando ossigeno a un mercato clandestino di login al prodotto originale, come ha raccontato Wired.
La settimana in corso, invece, è stata dominata dal lancio-a-metà di Bard, l’attesa e discussa risposta di Google a OpenAI, per ora disponibile su invito solo negli Stati Uniti e nel Regno Unito, dopo mesi di test interni e una rincorsa a ChatGpt. A fine 2022, del resto, i piani alti di Google lanciarono un “codice rosso” legato alle IA, che da un lato ne minavano il business model e dall’altro rappresentavano l’inevitabile fronte futuro dell’intero settore. Ma a far parlare di sé non sono solo i giganti, quanto il pulviscolo di attori d’ogni dimensione che stanno annunciando progetti notevoli nell’ambito delle IA: Nvidia, Adobe e GitHub hanno tutti fatto passi importanti che contribuiranno a rendere strumenti generativi basati sulle IA sempre più comuni, diffusi e inevitabili. E così, in appena due settimane, il mondo sembra essere cambiato per sempre.
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