In un documento unitario, 48 associazioni salentine richiamano l’attenzione sulle criticità degli interventi finora realizzati per arginare il problema della xylella. E offrono soluzioni alternative.
La deforestazione nuoce anche ai pesci
Secondo un nuovo studio la deforestazione sta danneggiando le popolazioni di pesci d’acqua dolce che si nutrono anche di foglie e detriti vegetali che cadono in acqua.
L’abbattimento di alberi e foreste non danneggia solo le specie terrestri e arboricole, il cui legame con la foresta è evidente e dalla quale traggono sostentamento e riparo. La deforestazione è un problema che riguarda anche i pesci d’acqua dolce.
È quanto emerge dallo studio condotto dal dipartimento di Scienze vegetali dell’Università di Cambridge e pubblicato sulla rivista Nature Communications. Gli scienziati hanno trovato un chiaro legame tra la conservazione delle foreste e la salute delle popolazioni di pesci. La motivazione è da ricercare nell’alimentazione dei pesci che si basa non solo sugli ecosistemi acquatici, ma anche sulla biomassa di origine forestale, ovvero foglie e simili che cadono in fiumi e laghi.
«Abbiamo analizzato pesci la cui alimentazione è composta per il 70 per cento da foglie e parti di albero – ha dichiarato Andrew Tanentzap, ricercatore di Cambridge – il carbonio organico proveniente dagli alberi rappresenta una fonte di cibo di enorme importanza per i pesci d’acqua dolce, rafforza la loro dieta e contribuisce allo sviluppo delle dimensioni».
I ricercatori hanno preso in esame otto aree situate nei pressi del Daisy Lake, nella foresta boreale della British Columbia, in Canada e si sono concentrati su una specie ittica in particolare: il persico reale (Perca flavescen). Dallo studio emerge che nelle zone dove la foresta è intatta e ci sono più alberi i pesci sono più sani e grandi. Sebbene l’area studiata sia ancora circoscritta gli scienziati ritengono che questa scoperta possa essere applicata anche ad altre parti del mondo.
I risultati della ricerca potrebbero avere implicazioni anche per la sicurezza alimentare umana. «Si stima che i pesci d’acqua dolce costituiscano più del 6 per cento dell’approvvigionamento di proteine animali utilizziate dall’uomo – ha affermato Andrew Tanentzap – e, nei paesi più poveri, rappresentano la fonte principale». Questo studio fornisce un motivo in più per combattere la deforestazione e per difendere i nostri ecosistemi, per noi, per il pianeta, e anche per i pesci.
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