
Quante imprese hanno i mezzi per far fronte a un danno all’ambiente? A dare una risposta è la rilevazione di Pool Ambiente su dati Ania.
Corporate Knights ha stilato l’annuale classifica delle aziende di tutto il mondo che si sono distinte per la propria sostenibilità.
È ormai evidente, il modo di fare impresa è cambiato, sostenibilità e innovazione dal punto di vista ambientale sono requisiti fondamentali per le aziende che vogliono crescere sul lungo periodo. Molte aziende dei principali settori dell’economia globale si stanno adeguando alle nuove richieste del mercato.
Come ogni anno Corporate Knights, società di ricerca canadese che si occupa di indici di sostenibilità, ha realizzato la classifica delle cento aziende più sostenibili del pianeta.
La classifica, giunta alla sua undicesima edizione, ha valutato quattromila aziende ed è basata su dodici indicatori, che vanno dalla gestione delle risorse all’impegno del management per la sostenibilità, dal rapporto tra lo stipendio dei vertici aziendali e quelli medi dei lavoratori alla quantità di ricavi generati da ogni unità di energia consumata, fino all’innovazione e alla trasparenza.
I risultati della ricerca sono stati presentati al World Economic Forum di Davos, in Svizzera. In vetta alla classifica del 2015 troviamo Biogen, società statunitense di biotecnologia specializzata nella ricerca di soluzioni terapeutiche innovative per gravi patologie nell’ambito della neurologia, immunologia ed emofilia, come la sclerosi multipla, classificatasi seconda l’anno scorso.
Biogen si è imposta su un’altra azienda americana, Allergan, che al debutto nella classifica ha guadagnato il secondo gradino del podio. Il terzo posto se lo è aggiudicato Adidas, il colosso tedesco dell’abbigliamento sportivo, in virtù delle basse emissioni inquinanti, seguito dalla società immobiliare Keppel Land di Singapore e dall’azienda di vendita al dettaglio finlandese Kesko.
I paesi più presenti in classifica sono gli Stati Uniti, con venti aziende inserite nella lista, e Canada, che piazza dodici imprese. Neppure un’azienda italiana è stata inclusa nella classifica.
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