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Il paese africano venderà gli elefanti a degli zoo cinesi sostenendo che i ricavi saranno utilizzati per piani di conservazione dei pachidermi.
In natura gli elefanti sono sempre di meno, nonostante il commercio d’avorio sia stato dichiarato illegale nel 1989 i pachidermi vengono continuamente uccisi per le zanne. Nel 2013 in Africa oltre 20mila elefanti sono caduti sotto i colpi dei bracconieri.
La situazione è ancora più critica considerato che il tasso di natività tra gli elefanti è in calo, e il numero di esemplari uccisi supera quello dei nascituri mettendone a serio rischio la sopravvivenza in Africa. Per questi motivi fa discutere e suscita indignazione la scelta dello Zimbabwe di vendere 27 elefanti destinati agli zoo in Cina.
Il Paese si difende sostenendo che ha inviato degli esperti per valutare l’idoneità dei giardini zoologici cinesi e che la vendita degli animali è necessaria per raccogliere fondi per finanziare gli sforzi di conservazione della specie.
Si stima che lo scorso anno almeno 62 elefanti, molti dei quali cuccioli, sarebbero stati prelevati dal Parco nazionale Hwange, strappati dalla loro casa e dal loro branco per essere esportati in diversi paesi (venduti a circa 60mila dollari ad esemplare), tra cui Cina, Emirati Arabi Uniti e Francia.
Dura la reazione degli ambientalisti che condannano questa compravendita di animali in via di estinzione e che hanno proposto una petizione per fermare la vendita che ha già raccolto oltre 50mila firme.
Tadeous Tafirenyika Chifamba, l’ambasciatore dello Zimbabwe presso l’Ue, ha però dichiarato che l’esportazione degli elefanti è stata consentita dalla Cites, la Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione, secondo la quale il commercio di animali è consentito, a condizione che vengano ridotti al minimo i rischi di lesioni o maltrattamenti durante il trasporto.
“Separare i cuccioli dal branco è crudele e traumatico – ha dichiarato Catherine Bearder, eurodeputato dei Liberal Democratici – gli elefanti sono animali dalla complessa vita sociale e hanno bisogno di molti anni di sostegno dei genitori prima che siano in grado di sopravvivere lontano dal branco. Chiedo pertanto allo Zimbabwe di fermare questo commercio ora, sia per il bene degli animali che per il beneficio che ne trarrebbe a lungo termine la sua industria turistica”.
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