L’amministrazione Usa ha sospeso le domande per l’immigrazione delle persone provenienti da 19 paesi. Nel frattempo vanno avanti le retate nelle città.
L’Unicef ha lanciato un nuovo allarme sulla condizione dei bambini a Mosul, in Iraq, da mesi teatro di una cruenta battaglia contro lo Stato Islamico.
“Stiamo ricevendo notizie allarmanti dai quartieri occidentali di Mosul, in Iraq. Si parla di numerosi bambini che hanno perso la vita nel disperato tentativo di scappare dall’inferno della guerra, che nelle ultime ore si sta intensificando”.
La denuncia è arrivata il 5 giugno dall’Unicef: l’organizzazione internazionale ha spiegato che i minori ancora presenti nella porzione della città irachena in mano agli jihadisti dello Stato Islamico sono anche “utilizzati come scudi umani e in alcuni casi obbligati a partecipare ai combattimenti”. “Circa centomila bambini – ha aggiunto l’agenzia delle Nazioni Unite – sono costretti a vivere in condizioni di pericolo estremo, immobilizzati nella città vecchia e in altre aree di Mosul ovest, nelle quali il fuoco incrociato delle parti in conflitto non risparmia neppure ospedali e presidi sanitari”.
Da ormai sette mesi l’esercito iracheno e le forze della coalizione internazionale tentano di liberare i quartieri occidentali, ultimo bastione urbano in Iraq in mano agli integralisti islamici. Ciò ha già provocato la fuga di oltre 750mila persone, che hanno lasciato le loro case a partire dallo scorso mese di ottobre.
Il risultato è che molte zone sono ormai “terra di nessuno”. Da settimane, uomini, donne e bambini risalgono ad esempio il grande viale del quartiere di al-Rifai a Mosul ovest, carichi di bustoni o trascinando carriole stracolme. Vestiti, quadri, stoviglie, mobili. C’è chi trascina perfino un ventilatore da soffitto: “Ma non si tratta di persone in fuga con i loro averi, bensì di sciacalli che saccheggiano le abitazioni abbandonate”, riferisce la stampa internazionale. Effetti collaterali di una guerra cruenta e logorante.
Il 2 giugno l’esercito di Baghdad ha annunciato di aver liberato buona parte di Mosul: i combattimenti più violenti sono ora concentrati nei quartieri di Al-Shifaa, Al-Saha et Al-Zinjili. Il generale Haidar al-Obeidi, delle forze d’élite anti-terrorismo ha spiegato infatti che “i soldati hanno per ora evitato di entrare nel dedalo di stradine tortuose della città vecchia, sia par le difficoltà logistiche che per via del grande numero di civili ancora presenti nella zona”.
Nel frattempo, a Mosul est la vita riprende a poco a poco. Un reportage dell’emittente francese France Info ha riferito di abitanti che tentano di riorganizzare le loro esistenze. Alcuni negozi, ad esempio, ricominciano ad aprire: “Possiamo vendere di nuovo biancheria intima femminile, cravatte e anche t-shirt con scritte in inglese. Tutto ciò era vietato quando il quartiere era controllato dall’Isis”, ha raccontato un commerciante.
Un barbiere riferisce di essere tornato a poter esercitare liberamente il proprio mestiere: “Prima, gli jihadisti avevano imposto un taglio identico a tutti e il divieto di rasare le barbe. Mi sono anche rifiutato di mandare i miei figli a scuola: ho visto i loro quaderni di matematica, nei quali per insegnare le operazioni facevano addizionare scatole di munizioni o bombe”.
https://www.youtube.com/watch?v=RKseZzSL2jM
Ma l’eco della guerra vicina arriva fortissima: un uomo appena fuggito da Mosul ovest racconta di “decine di sepolture di civili al giorno. I combattenti Isis lanciano i loro colpi di mortaio dai cumuli di macerie nei quali si nascondono le famiglie. Quando la coalizione internazionale replica, uccide tutti. È un massacro”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
![]()
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
L’amministrazione Usa ha sospeso le domande per l’immigrazione delle persone provenienti da 19 paesi. Nel frattempo vanno avanti le retate nelle città.
Un rapporto indica che la capitale dell’Indonesia Giacarta accoglie ormai 42 milioni di persone: più di Dacca, seconda, e di Tokyo.
Dopo la prima bozza di piano profondamente sbilanciata a favore della Russia, ora c’è una nuova bozza di accordo che piace all’Ucraina.
La sentenza è arrivata sul caso di due cittadini polacchi sposati in Germania. La Polonia si era rifiutata di riconoscere il loro matrimonio.
Nella notte è uscita una nuova bozza che fa crollare le speranze. 30 paesi scrivono alla presidenza che è inaccettabile.
Il piano di pace per l’Ucraina ricorda molto quello per la Striscia di Gaza. Kiev dovrebbe cedere diversi suoi territori alla Russia e ridimensionare l’esercito.
La risoluzione dell’Onu su Gaza prevede l’invio di truppe internazionali e il disarmo di Hamas. Ma la strada è subito in salita.
Un rapporto della ong israeliana PHRI denuncia la strage di palestinesi nelle strutture detentive israeliane. I morti ufficiali sono 98 ma si contano centinaia di dispersi.
La procura di Istanbul ha formulato le accuse nei confronti dell’ex sindaco Ekrem Imamoglu. I capi d’accusa per l’oppositore di Erdoğan sono 142 per oltre 2.500 anni di carcere.

