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La Norvegia ha detto no al petrolio nelle isole Lofoten
Le acque artiche e gli ecosistemi unici delle isole Lofoten, in Norvegia, sono salvi dal petrolio. Potrebbe essere vietato in modo permanente grazie al voto del partito laburista che si è opposto alle esplorazioni nella zona.
Uno dei maggiori produttori di combustibili fossili al mondo si sta disinnamorando del petrolio. È la Norvegia, che ha infatti mosso un passo in più verso la protezione delle sue acque artiche che bagnano coste e fiordi delle isole Lofoten, Vesteralen e Senja, una delle aree del paese rimaste intoccate dalle attività estrattive e che ospita ecosistemi unici.
Il Partito laburista norvegese ha infatti comunicato il 7 aprile che ritirerà il suo appoggio alle perforazioni petrolifere al largo delle coste delle isole Lofoten, Vesteralen e Senja, zona conosciuta come LoVeSe, nell’Artico norvegese. Seppur si trovino all’opposizione e non al governo (alla cui guida c’è una coalizione di partiti, tra cui alcuni minori già contro il petrolio), i laburisti sono il più grande partito in Parlamento. Questo significa che con il loro voto, la decisione di non aprire la zona alle attività petrolifere e procedere per un divieto permanente ha ora la maggioranza all’interno del Parlamento norvegese.
La ricchezza naturale delle isole Lofoten
Le isole Lofoten, con i loro fiordi che creano paesaggi di incredibile bellezza caratterizzati da acque azzurre sovrastate da maestose montagne che ospitano piccoli villaggi colorati, sono oggi considerati un ecosistema unico al mondo. Le sue acque infatti ospitano e attraggono una delle concentrazioni di cetacei più alte al mondo, mentre le sue cime sono una delle aree di nidificazione più grande d’Europa per gli uccelli marini. Oltre all’incredibile natura e biodiversità che difficilmente si trovano altrove nel nostro Pianeta, le acque delle isole Lofoten sembrano siano anche ricche di sedimenti petroliferi: si stima che possano esserci da 1 a 3 miliardi di barili di greggio nascosti al largo dell’arcipelago.
Un duro colpo per l’industria petrolifera norvegese
È proprio per questo che la decisione del partito laburista, che in passato ha sempre appoggiato l’industria di gas e petrolio, rappresenta un cambio di rotta decisivo per il futuro del paese. “Tutto il settore è sorpreso e deluso. Questa decisione non ci fornisce la prevedibilità da cui noi dipendiamo”, ha commentato Karl Eirik Schjott-Pedersen, a capo dell’Associazione norvegese di gas e petrolio. Infatti, secondo l’azienda energetica Equinor – che ha di recente presentato un piano di perforazioni nelle acque incontaminate della Grande baia australiana – quella delle Lofoten è una zona chiave per l’industria petrolifera norvegese per mantenere stabile la sua produzione di petrolio che permette al paese di essere uno dei maggiori esportatori al mondo di oro nero. Questa decisione, tra l’altro, arriva poco dopo l’annuncio del fondo sovrano norvegese, il più grande al mondo, che non investirà più in petrolio e gas, ma in fonti rinnovabili.
Il partito laburista sostiene lo sviluppo di altri settori in queste aree marine, come la pesca, il turismo e le fonti rinnovabili. Jonas Gahr Støre, leader del partito laburista
#OilFreeLofoten, il successo della mobilitazione per proteggere l’arcipelago norvegese
Le isole Lofoten sono protette dalle attività petrolifere dal 2001 grazie a una serie di divieti temporanei che si sono susseguiti con i vari governi e raggiunti grazie al supporto delle comunità e governi locali e alle piccole attività di pesca. Allo scadere di ogni divieto, la minaccia era sempre dietro l’angolo.
Per questo in vista della scadenza nel 2019 è partita la campagna #OilFreeLofoten, promossa dall’organizzazione Sea Legacy (fondata dai fotografi Paul Nicklen e Cristina Mittermeier) in collaborazione con Friends of the Earth Norway, l’associazione che si batte contro il petrolio nell’area Folkeaksjonen e il Labour party youth, per chiedere al parlamento che la zona venga protetta dal petrolio in maniera permanente.
Quando la gente osserva un’orca e scopre che la sua esistenza è minacciata dall’avidità per il petrolio, apre gli occhi. Paul Nicklen, fotografo ambientale
View this post on InstagramPhotograph by @CristinaMittermeier // VICTORY: The votes are in! Norway’s Labour Party has declared that they WILL support permanent protection of the pristine Arctic waters surrounding the islands of Lofoten, Vesterålen and Senja in northern Norway. Congratulations to @Arbeiderpartiet for making the right choice; to our partners @Folkeaksjonen, Friends of the Earth Norway, @aufnorge & all of our #OilFreeLofoten champions. Your hard work and passion have reaped incredible rewards. SeaLegacy could not be more proud – to stand by your side in this journey has been a privilege and an honour. Lastly, thank you to the incredible 53,000 #Tide members & supporters who signed our petition. Together, we’re #TurningTheTide ?#LeveHavet
Più di 50mila persone hanno risposto all’appello e firmato la petizione per chiedere di tenere le fonti fossili fuori dall’arcipelago, a dimostrazione di quanto ormai questa industria stia perdendo la popolarità di cui godeva nella famosa era del petrolio norvegese, e di come il paese – uno dei pochi al mondo che potrebbe raggiungere l’obiettivo di essere 100 per cento rinnovabile e azzerare le proprie emissioni – non possa più voltarsi dall’altra parte e debba staccarsi dal suo ormai passato fossile per tracciare le linee di un futuro più pulito.
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