Sulle Dolomiti sono apparsi degli adesivi che invitano a riflettere sugli impatti dell’overtourism. Dopo Spagna e Grecia, il dibattito arriva anche in Italia.
Per tagliare le foreste si spendono 100 volte i soldi per tutelarle
Il Brasile e l’Indonesia hanno ricevuto, tra 2009 e 2012, 346 milioni di dollari dalle Nazioni Unite – la maggior parte proveniente da Norvegia e Germania – per preservare le foreste pluviali. La buona notizia viene però completamente oscurata dal report stilato dall’Overseas Development Institute (ODI), secondo cui nello stesso periodo i due paesi avrebbero
Il Brasile e l’Indonesia hanno ricevuto, tra 2009 e 2012, 346 milioni di dollari dalle Nazioni Unite – la maggior parte proveniente da Norvegia e Germania – per preservare le foreste pluviali. La buona notizia viene però completamente oscurata dal report stilato dall’Overseas Development Institute (ODI), secondo cui nello stesso periodo i due paesi avrebbero speso l’ingente cifra di 40 miliardi di dollari per finanziare le industrie che la foresta invece la tagliano.
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Secondo lo studio il denaro, che rappresenta oltre 100 volte il contributo per la salvaguardia delle foreste, sarebbe andato alle multinazionali dell’olio di palma, alle imprese che commerciano legname, soia, carne e biocarburanti.
“Il fatto che le sovvenzioni nazionali per merci che causano la deforestazione siano di gran lunga superiori agli aiuti internazionali che cercano di impedirla, mostra che abbiamo bisogno di un ripensamento radicale di questo tipo di politica,” ha detto al quotidiano britannico Guardian Will McFarland, uno degli autori del rapporto.
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Il problema messo in luce dai ricercatori è che gli aiuti per la tutela, invece di scoraggiare le imprese, costituiscano invece un incentivo per gli investitori che vogliono sfriuttare le risorse della foresta. Con il risultato di amplificare la minaccia.
“E’ come chiedere donazioni per combattere il cancro e allo stesso tempo finanziare l’industria del tabacco” ha invece commentato Asad Rehman, attivista di Amici della Terra Brasile. Che denuncia le responsabilità del Nord del mondo nella distruzione dell’Amazzonia e suggerisce, come unica soluzione per la tutela, quella di responsabilizzare i popoli indigeni in modo tale che le stesse comunità locali si occupino della salvaguardia delle foreste, senza passare da sovvenzioni statali.
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Più della metà della perdita di foreste pluviali nel mondo nel decennio 1990 e 2010 è avvenuta in questi due paesi; in particolare, sono andati persi 2,7 milioni di ettari in Brasile e 1,6 milioni in Indonesia.
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