Un’analisi allarmante del Pesticide action network Europe ha rivelato la presenza di Tfa, derivato dei Pfas, in moltissimi alimenti.
Da gennaio 2018 anche i sacchetti per la frutta e la verdura che usiamo quando facciamo la spesa al supermercato devono essere biodegradabili.
Oltre ai sacchetti di plastica per la spesa già vietati nel 2011, presto diremo addio anche a quelli per la frutta, la verdura, il pane e tutti i prodotti “sfusi” acquistabili al supermercato. A deciderlo è l’articolo 9-bis del decreto sulle “disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno”, convertito in legge nell’agosto del 2017, che stabilisce che dal mese di gennaio del 2018 “possono essere commercializzate esclusivamente le borse biodegradabili e compostabili e con un contenuto minimo di materia prima rinnovabile non inferiore al 40 per cento”.
Il decreto risponde alla direttiva Ue 2015/720 che mira a ridurre l’utilizzo delle borse di plastica. L’obiettivo è un calo progressivo della commercializzazione di sacchetti di plastica in materiale ultraleggero che non abbiano caratteristiche di biodegradabilità (la capacità di decomporsi in sostanze meno inquinanti) e compostabilità (la capacità di trasformarsi in compost) certificate, e non abbiano un contenuto minimo di materia prima rinnovabile – che nel 2021 dovrà essere superiore al 60 per cento.
I sacchetti per la frutta e la verdura, quindi, dovranno essere biodegradabili. In più, potrebbero non essere più gratuiti. Alcuni supermercati potranno decidere di segnarli sullo scontrino al costo di qualche centesimo. In un sondaggio condotto dall’istituto di ricerca Ipsos-Public Affairs su un campione di mille italiani di età compresa tra i 18 e i 65 anni, il 58 per cento si è dichiarato favorevole alla misura e solo il 13 è insoddisfatto del provvedimento.
Gli italiani e la nuova legge sui sacchetti ultraleggeri.
La ricerca svolata da Ipsos per @materbi https://t.co/MUg05CxLdj pic.twitter.com/9OAuBJvuWo— Ipsos Italia (@IpsosItalia) 17 ottobre 2017
Il rapporto mette in luce anche il crescente interesse dei cittadini italiani nei confronti delle tematiche ambientali, già riscontrato nei dati raccolti dall’Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile di LifeGate: quasi 30 milioni di italiani, pari al 59 per cento della popolazione, hanno a cuore la sostenibilità. E non si tratta di una tendenza passeggera, ma ormai radicata considerando che il dato non è calato negli anni successivi all’Expo del 2015 di Milano.
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