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Colombia, la deforestazione cala per la prima volta dal 2016
In seguito all’accordo di pace tra il governo e i guerriglieri delle Farc la deforestazione è cresciuta, ora, per la prima volta da allora, ha iniziato a diminuire.
In Colombia sorgono alcune delle foreste più antiche e ricche di vita del pianeta, che si estendono per migliaia di chilometri quadrati coprendo un terzo dell’intero Paese. Questo straordinario patrimonio naturalistico, fondamentale per tutto il mondo per la capacità di produrre ossigeno e assorbire CO2, è però minacciato dalla deforestazione. Nel 2018, secondo il World resources institute, la Colombia è stato il quarto Paese al mondo più colpito dalla deforestazione. L’abbattimento delle foreste si è intensificato in seguito allo storico accordo di pace tra il governo colombiano e i guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), siglato nel 2016. Oggi, finalmente, in Colombia si è registrato il primo calo del tasso di deforestazione dal 2016.
Reducción de deforestación en 2 indicadores:
1)Deforestación evitada con base en modelo de tendencia de aumento (crecimiento logístico) 2018-2030. Resultado: Reducción 17%
2)Deforestación evitada según resultados de monitoreo 2018 comparado con 2017. Resultado: Reducción 10%
— IDEAMColombia (@IDEAMColombia) 11 luglio 2019
Una flebile speranza
È quanto emerso da un rapporto pubblicato dall’Istituto di idrologia, meteorologia e studi ambientali (Ideam) della Colombia. Le immagini satellitari analizzate dagli studiosi mostrano infatti che lo scorso anno la deforestazione è diminuita del 10 per cento rispetto al 2017 (198mila ettari contro 220mila). Il ministro dell’Ambiente Ricardo Lozano ha inoltre annunciato che il governo continuerà a promuovere “legalità e imprenditorialità” e a contrastare ulteriormente la distruzione delle foreste, aumentando la presenza dello stato nelle aree di elevata deforestazione.
Come la pace ha aumentato deforestazione
Nonostante i lievi progressi, i tassi di disboscamento in Colombia rimangono allarmanti, specie se paragonati a quelli antecedenti al 2016, soprattutto a causa degli allevamenti di bestiame. In seguito allo scioglimento delle Farc, la deforestazione è bruscamente impennata, la foresta pluviale intatta, presidiata per anni dai guerriglieri, si è infatti improvvisamente aperta allo sviluppo dannoso e non regolamentato.
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Durante i 52 anni di conflitto armato, i ribelli marxisti hanno gestito in maniera efficace le comunità di allevatori di bestiame locali, stabilendo la quantità di foresta che poteva essere sostituita con i pascoli in un dato anno. Gruppi criminali e speculatori hanno approfittato della nuova situazione per espandere le proprie attività, come l’estrazione illegale, l’allevamento e la coltivazione di coca.
Colombia’s Tinigua National Park -of critical importance for #biodiversity and watershed conservation- has lost nearly 3% of it’s area since the beginning of 2018 #PlacesToWatch https://t.co/sgbJ7UDBK1 pic.twitter.com/uTyYlSoi9j
— Global Forest Watch (@globalforests) 19 giugno 2018
Paradisi in pericolo
L’aumento della deforestazione che negli ultimi anni ha colpito la nazione sudamericana è particolarmente preoccupante per tre parchi nazionali: Sierra de La Macarena, Cordillera de los Picachos e Tinigua, che costituiscono un importante corridoio biologico in grado di unire le Ande, l’Amazzonia e la savana orientale. La mancata tutela di queste aree rischia di compromettere gravemente la sopravvivenza di specie animali e vegetali minacciate, come il giaguaro (Panthera onca) e la Macarenia clavigera, pianta acquatica endemica della Serrania de la Macarena che, con le sue variopinte fioriture, trasforma il fiume Caño Cristales in un arcobaleno liquido.
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