Come si ripaga il debito pubblico proteggendo l’oceano. Il caso delle Seychelles

Le Seychelles salderanno parte del debito pubblico milionario in cambio del loro impegno a proteggere l’oceano. L’accordo era stato avviato nel 2012 dall’organizzazione ambientalista Nature Conservancy e dal governo del paese dell’India occidentale. “È la prima volta che uno scambio debito-natura si concentra sulla conservazione di aree marine e sull’adattamento di queste ai cambiamenti climatici”, ha affermato

Le Seychelles salderanno parte del debito pubblico milionario in cambio del loro impegno a proteggere l’oceano. L’accordo era stato avviato nel 2012 dall’organizzazione ambientalista Nature Conservancy e dal governo del paese dell’India occidentale. “È la prima volta che uno scambio debito-natura si concentra sulla conservazione di aree marine e sull’adattamento di queste ai cambiamenti climatici”, ha affermato Rob Wear, direttore sviluppo prodotti per NatureVest, un’unità di Nature Conservancy che si occupa di investimenti che non abbiano solo ritorni economici per gli investitori ma che raggiungano anche risultati per la conservazione della natura.

Il debito scambiato con la conservazione della natura

La Repubblica delle Seychelles è un paese composto da 115 isole. Il 99 per cento del suo territorio è oceano ed è quasi del tutto dipendente dal turismo e dalla pesca del tonno. Questi settori, però, non sono sufficientemente redditizi per coprire il debito pubblico del paese che nel 2015 era equivalente al 60 per cento della sua economia, misurato in termini di pil. Inoltre, le Seychelles sono uno dei Piccoli stati insulari in via di sviluppo (Sids) e, situandosi a una bassa altitudine, sono estremamente vulnerabili ai cambiamenti climatici e all’innalzamento del livello del mare.

 

È alla luce di ciò che Nature Conservancy ha iniziato a lavorare con le Seychelles, nel 2012, per barattare parte del debito pubblico con l’attuazione di misure di conservazione. Nello stesso anno il vicepresidente Danny Faure ha annunciato che, nel caso questo scambio fosse andato importo, le Seychelles avrebbero creato un’area marina protetta equivalente al 30 per cento della loro zona economica esclusiva (porzione di mare adiacente alle acque territoriali in cui uno stato costiero ha diritti sovrani), ovvero 400mila chilometri quadrati.

 

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Il vice presidente delle Seychelles, Danny Faure © Andrew Burton/Getty Images

L’accordo: chi fa cosa

 

Nature Conservancy ha concesso alle Seychelles un prestito di 21,4 milioni di dollari (a tasso agevolato). Inoltre, ha fatto sì che ricevessero una donazione in fondi privati del valore di 5 milioni di dollari da parte di Oceans 5, un gruppo di filantropi dedicati a proteggere la salute e la conservazione degli ecosistemi marini. La Leonardo DiCaprio Foundation, che fa parte di questo gruppo, donerà alle Seychelles un milione di dollari.

 

“La ristrutturazione del debito” mira a “fornire un flusso monetario per finanziare la tutela della barriera corallina, della pesca e dell’adattamento degli ecosistemi ai cambiamenti climatici, nonché per migliorare la salute finanziaria” del paese, ha spiegato Weaver.

 

Questo scambio del debito sarà supervisionato dal fondo Seychelles conservation and climate adaptation trust. L’organizzazione locale creerà aree marine protette e vietate alla pesca, attuerà progetti per ripristinare i coralli e le mangrovie, assicurerà la diversificazione economica attraverso la pesca e il turismo sostenibili e migliorerà la resilienza sociale ai cambiamenti climatici delle comunità costiere.

Grandi speranze per la sostenibilità

“Altri Piccoli stati insulari in via di sviluppo hanno manifestato il proprio interesse per lo scambio del proprio debito con azioni di conservazione. È una grande opportunità per continuare a lavorare con questi stati e magari con altri paesi di tutto il mondo nei prossimi anni”, ha detto Rob Wear a LifeGate. Oltre a incoraggiare misure per la conservazione degli oceani, il progetto aiuterà le Seychelles a ristrutturare il proprio debito e fornirà un modello da seguire da altri stati insulari a rischio.

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