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Per mantenere le sue promesse elettorali a favore della lobby del carbone, Donald Trump ha presentato il piano “Affordable clean energy”, un lasciapassare per le vecchie e inquinanti centrali a carbone.
Cancelleremo il Clean power plan di Obama. Era stato uno dei cavalli di battaglia elettorali di Trump. Lo aveva annunciato e, purtroppo, sta mantenendo le promesse.
Il presidente degli Stati Uniti ha lanciato Affordable clean energy, il nuovo piano per la regolamentazione delle centrali a carbone e delle emissioni di CO2, che azzera la normativa varata da Obama nel 2015 che di fatto non è mai entrata in vigore perché bloccata dalla Corte Suprema nel 2016 a causa delle denunce di numerosi Stati.
Il provvedimento prevede che ogni Stato possa stabilire le proprie regole e decidere in autonomia i target di emissione delle centrali e le rispettive modalità.
Trump, che in campagna elettorale ha promesso più posti di lavoro nel settore fossile e una nuova era per l’industria del carbone, con questo piano consente agli impianti di innalzare i limiti delle emissioni in modo che molte centrali a carbone che prima sarebbero state costrette a chiudere, ora possano continuare a operare senza mettere in atto nessuna miglioria tecnologica.
Il testo, che è stato firmato da Andrew Wheeler, il numero uno ad interim dell’Epa (l’agenzia americana per la protezione dell’ambiente), ora dovrà essere completato nei suoi regolamenti.
È la stessa Epa che fa sapere, con un report i cui dati sono stati pubblicati sul NY Times, che il nuovo piano energetico voluto da Trump costerà agli americani dalle 470 alle 1.400 morti premature fino al 2030. I decessi saranno causati dall’aumento delle emissioni di polveri sottili (Pm 2,5) che ad elevate concentrazioni sono spesso la causa di malattie cardiache e polmonari calcolati, oltre a determinare problemi cronici come asma e bronchite che l’agenzia ha stimato in circa 15mila casi, mentre verranno persi decine di migliaia di giorni di scuola a causa delle malattie respiratorie. L’Epa aveva anche calcolato che nello steso arco di tempo il piano di Obama avrebbe invece salvato da 1.500 a 3.600 vite l’anno.
Alcuni Stati, con in testa lo Stato di New York, hanno promesso di dare battaglia e avviare un processo legale se l’Affordable clean energy plan dovesse venire approvato.
Secondo Barbara D. Underwood, procuratore generale di New York, “il cambiamento climatico è reale a prescindere da quanto questa amministrazione cerchi di negarlo. Serve un’azione forte e immediata per ridurre drasticamente l’inquinamento e promuovere energia sostenibile, pulita e a buon mercato, non passi indietro che alimentano impianti costosi e inquinanti”.
A fianco della Underwood, oltre alle associazioni ambientaliste, si sono già schierati molti Stati che hanno annunciato un procedimento legale: California, Connecticut, Delaware, Hawaii, Illinois, Iowa, Maine, Maryland, Massachusetts, Minnesota, New Mexico, Oregon, Rhode Island, Vermont, Virginia, Washington e il District of Columbia. Sosterranno la causa legale anche le città di New York City (NY), Broward County e South Miami (Florida), Boulder (Colorado), Chicago (Illinois), Philadelphia (Pennsylvania). Mentre gli Stati di North Carolina, Pennsylvania e la città di Los Angeles si erano già schierati contro l’abolizione del Clean Power Plan dal mese di aprile.
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