Si chiama Tatakoto ed è un atollo situato nell’arcipelago dei Tuamotu, nella Polinesia francese, a oltre mille chilometri da Tahiti. Qui – o mer meglio dire da qui – potrebbe nascere una speranza per la conservazione delle barriere coralline di tutto il mondo, minacciate dal riscaldamento globale, dall’aumento della temperatura delle acque marine e dall’acidificazione degli oceani.
La missione “1 Ocean” sostenuta dal Cnrs francese e dall’Unesco
Un gruppo di scienziati ha scoperto infatti quelli che sono stati battezzati immediatamente “super-coralli”. Si tratta, per lo meno, dell’ipotesi avanzata dai ricercatori del laboratorio francese Criobe, gestito dal Cnrs (l’equivalente del nostro Consiglio nazionale delle ricerche italiano). Dal 2021 partecipano a una spedizione, la “1 Ocean”, sostenuta anche dall’Unesco e finalizzata proprio a comprendere in che modo alcune specie di coralli riescono a svilupparsi anche in condizioni che, finora, sono state considerate inadatte alla loro sopravvivenza.
🪸 Could heat-resistant ‘super corals’ be a source of hope for the future of coral reefs?
In the Tatakoto atoll in French Polynesia, a concentration of ‘super corals’, capable of withstanding intense heatwaves as well as extreme temperature fluctuations, has been identified… pic.twitter.com/1TA601iyQo
— UNESCO 🏛️ #Education #Sciences #Culture 🇺🇳 (@UNESCO) April 22, 2025
Dal 2021, la scienziata Laetitia Hédoouin e il fotografo sottomarino Alexis Rosenfeld hanno analizzato la barriera, fino a poter documentare la scoperta. I coralli in questione sono sopravvissuti non soltanto a episodi di riscaldamento intensi delle acque dell’oceano, ma anche a fluttuazioni estreme delle temperature. Il che suscita una grande speranza per la conservazione di ecosistemi vitali per la tutela della biodiversità in tutto il mondo.
Il tratto di mare teoricamente inospitale per i coralli
Il tratto di mare nel quale è stata effettuata l’analisi è particolarmente propizio rispetto agli obiettivi dei ricercatori. Come spiegato da Rosenfeld, “la sua particolarità è di assomigliare quasi ad una laguna chiusa. in altre parole, non c’è il fenomeno di flusso e reflusso di migliaia di metri cubi d’acqua come nelle altre zone. di conseguenza, l’acqua resta resta sul posto molto calda, a più di 30 gradi centigradi. Ciò nonostante, abbiamo constatato che i coralli all’interno sopravvivono, e appaiono per perfino in buona salute”.
La scoperta, già di per sé, è straordinaria. Soprattutto in un contesto nel quale, a causa dei cambiamenti climatici, la quasi totalità delle barriere coralline della Terra risulta minacciata. Ma i ricercatori vogliono capire se il caso dei “super-coralli” di Tatakoto sia isolato o se sia frutto di una trasformazione genetica intervenuta proprio per adattarsi alle nuove condizioni.
Delle talee portate altrove per capire se i coralli abbiano subito modificazioni genetiche
È per questo che, nell’ambito della missione, sono state prelevate alcune talee nell’atollo polinesiano, e sono state quindi piantate in un altro arcipelago, quello di Moorea, che presenta caratteristiche più “classiche”. Qualora i coralli dovessero sopravvivere anche in un habitat più “standard”, si potrebbe ipotizzare che abbiano in effetti imparato a far fronte al riscaldamento climatico.
E si potrebbe a quel punto immaginare anche una sorta di riforestazione delle barriere: “Questi coralli, e questa laguna – ha spiegato la ricercatrice Hédouin – potrebbero diventare una fonte di super-coralli, che potrebbero essere trasportati negli arcipelaghi nei quali le ondate di caldo stanno avendo un forte forte impatto”. Altri studi, analisi e conferme saranno dunque necessari per comprendere fino a che punto la scoperta possa rappresentare davvero una svolta.
Che fine fa il vetro, quando si rompe? Se lo trattiamo bene, è uno dei pochi materiali che non vedrà mai la discarica. Qui vi raccontiamo come e perché. Con l’aiuto di CoReVe.
Combattimenti tra animali, caccia al trofeo e allevamento in gabbia: nessuno degli emendamenti che avrebbero contrastato queste pratiche è stato approvato dalla maggioranza di Governo in Parlamento.
Mentre l’Europa prende tempo per stringere i controlli contro il commercio illegale di legno, Albania, Bosnia e Macedonia del Nord provano a cogliere l’opportunità per fare passi avanti.
Un’immersione a oltre 5.000 metri di profondità ha svelato un fondale pieno di plastica e rifiuti: la Calypso deep, nel cuore del Mediterraneo, si conferma uno dei luoghi più inquinati degli abissi marini.