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Dopo WildLeaks, anche organismi ufficiali internazionali denunciano legami tra terrorismo internazionale e reati ambientali e danno anche i numeri dei guadagni illeciti. Secondo il rapporto congiunto di Interpol e Unep, Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, presentato ieri a Nairobi in occasione della Prima assemblea mondiale sull’ambiente dell’Onu (Unea), i crimini ambientali fruttano 213 miliardi
Dopo WildLeaks, anche organismi ufficiali internazionali denunciano legami tra terrorismo internazionale e reati ambientali e danno anche i numeri dei guadagni illeciti. Secondo il rapporto congiunto di Interpol e Unep, Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, presentato ieri a Nairobi in occasione della Prima assemblea mondiale sull’ambiente dell’Onu (Unea), i crimini ambientali fruttano 213 miliardi di dollari annui.
Per la precisione, secondo i dati raccolti nella ricerca delle due organizzazioni, a finanziare i terroristi sono il taglio illegale delle foreste, il bracconaggio di specie a rischio fra cui tigri, rinoceronti, elefanti, scimmie e antilopi e il commercio di insetti, rettili, anfibi, pesci e mammiferi.
Le milizie delle nazioni africane, per esempio, guadagnano fino a 289 milioni di dollari l’anno dal commercio di carbone; il commercio illegale di flora e fauna frutta fino a 23 miliardi di dollari annui, mentre il taglio illegale delle foreste ne vale fino a 100. Senza contare le ripercussioni sulle specie più a rischio estinzione: a causa della grande richiesta di avorio, si stima che in Africa siano fra 20mila e 25mila gli elefanti uccisi ogni anno su una popolazione che arriva fino a 650mila individui.
All’assemblea sono presenti circa 1.200 delegati fra ministri dell’Ambiente, rappresentanti delle forze dell’ordine, della giustizia e delle Nazioni Unite; la lotta ai crimini ambientali è al centro dei lavori, che dureranno fino al 27 giugno.
“Le organizzazioni criminali stanno facendo enormi profitti sfruttando le nostre risorse naturali per alimentare le loro attività illecite, minacciano la stabilità e lo sviluppo di alcune delle regioni più povere del mondo,” ha detto il Direttore Esecutivo dell’Interpol Jean-Michel Louboutin.
“La crescente consapevolezza dei pericoli derivanti dalla criminalità della fauna selvatica”, continua Louboutin, “richiederà uno sforzo internazionale e una collaborazione tra forze dell’ordine locali e altri partner per lottare efficacemente contro questa minaccia e garantire la sicurezza globale”.
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