Secondo uno studio, i quartieri con basso reddito hanno meno alberi e temperature più alte rispetto ai più ricchi, a causa delle politiche del passato.
Numero di alberi e temperature: sono il nuovo termometro delle disuguaglianze in diverse città americane. Temperature medie più elevate e scarsa presenza di alberi indicano che ci si trova in quartieri a basso reddito. A dirlo è uno studio durato due anni, pubblicato sulla rivista scientifica Plos one e condotto da un team di ricercatori della Nature Conservancy, che ha evidenziato come la distribuzione arborea e il clima delle aree urbanizzate spesso dipendano dall’etnia e dalla classe sociale dei loro abitanti. Come a dire: più sei al verde, meno verde ci sarà nelle tue strade. Ma questo non è altro che il frutto di leggi discriminatorie, segregazione razziale e di un’iniqua distribuzione della ricchezza nel paese.
La correlazione tra reddito, presenza di alberi e temperature
Il verde in città offre indubitabili benefici per la salute e per il benessere dei cittadini. Ma secondo quanto emerso dallo studio, la copertura arborea è spesso distribuita in modo iniquo. Grazie alle ortografie digitali del National agriculture imagery program, i ricercatori hanno esaminato la presenza di alberi in 5.723 comuni delle grandi aree urbanizzate degli Stati Uniti, in cui vivono circa 167 milioni di persone. E poi l’hanno confrontata con la temperatura della superficie terrestre estiva. Il risultato? Il 92 per cento dei quartieri a basso reddito negli Stati Uniti ha una copertura arborea inferiore (il 15, 2 per cento in meno) e temperature medie più calde (circa 1,5 grazie in più) rispetto ai blocchi ad alto reddito.
La disuguaglianza è dilagante soprattutto nel nord-est degli Stati Uniti, dove alcune aree a basso reddito arrivano addirittura a registrare il 30 per cento in meno di copertura arborea e temperature medie di 4 gradi superiori rispetto alle zone ad alto reddito. Cinque dei dieci casi più eclatanti si trovano nel Connecticut, sede dell’area metropolitana economicamente più diseguale del paese e nota per essere uno degli stati nei quali la segregazione socio-economica è maggiore in America.
Le stime dicono che i quartieri più poveri hanno 62 milioni di alberi in meno rispetto a quelli più ricchi. Tradotto in denaro: parliamo di un valore pari a 56 miliardi di dollari in meno, cioè 1.349 dollari a persona. Per colmare la disparità sarebbe necessario un investimento nella piantumazione di alberi e nella rigenerazione naturale di 17,6 miliardi di dollari, a vantaggio di 42 milioni di persone.
Gli effetti delle politiche economiche e sociali del passato
“Sapevamo che esisteva questa disuguaglianza – ha spiegato Robert McDonald, scienziato di Nature Conservancy a capo della ricerca –, ma volevamo vedere il quadro completo, soprattutto perché le ondate di caldo stanno diventando più frequenti e più intense. Quindi capire quali quartieri sono più vulnerabili è il primo step per ridurre il danno”. La ricerca, aggiunge McDonald, aveva lo scopo di spiegare come le politiche economiche e sociali del passato avessero degli effetti anche su ambiti inaspettati della vita americana. Storicamente le politiche razziste hanno reso pressoché impossibile per neri e latini comprare una casa e hanno reso difficile anche la mobilità economica e sociale, costringendoli a vivere in quartieri fortemente inquinati e più densamente popolati.
L’attivista 73enne impegnato nella lotta alla caccia alle balene è stato ammanettato a Nuuk su un mandato d’arresto emesso dalla Guardia costiera giapponese. Rischia l’estradizione.
A una settimana dal rogo nell’impianto di raccolta rifiuti, spenti gli ultimi focolai. Per ArpaCal non ci sono pericoli ma mancano le analisi del suolo.
In città le temperature sono più alte che altrove: è il fenomeno dell’isola urbana di calore. La cementificazione del territorio impedisce a piante e suolo di regolare la temperatura dell’aria. Dal soil sealing al calore antropogenico, le cause sono tutte legate alle attività umane.
La Nato ha annunciato nuove garanzie all’Ucraina in occasione dei 75 anni dalla nascita dell’alleanza, che di fronte al mutato scenario globale accusa il colpo di una storia lunga e travagliata.