L’associazione dei consumatori, analizzando otto campioni di riso basmati, ha rilevato la presenza di pesticidi in circa la metà dei campioni, e aflatossine in cinque di essi.
Il maggior spreco alimentare avviene in casa e il problema non riguarda solo i paesi sviluppati. Cosa rivela il nuovo rapporto delle Nazioni Unite.
Quant’è il cibo, che ogni anno, nel mondo, finisce nella spazzatura? Secondo il Food waste index report 2021 delle Nazioni Unite pubblicato il 4 marzo, lo spreco alimentare nel 2019 ha coinvolto 931 milioni di tonnellate di alimenti che equivalgono al 17 per cento di tutto il cibo disponibile per la popolazione mondiale. Per comprendere meglio questo numero basta immaginare che la cifra equivale a 23 milioni di camion da 40 tonnellate di carico che, messi in fila, farebbero sette volte il giro della Terra.
Il rapporto, condotto dall’Unep, il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, e dall’ong Wrap, vuole essere un contributo allo sforzo globale nel raggiungimento dell’obiettivo di sostenibilità numero 12.3 dell’Agenda 2030 dell’Onu, ovvero il dimezzamento dello spreco di alimenti entro il prossimo decennio. Il report evidenzia che lo spreco di cibo è notevole in tutti i 54 Paesi analizzati, indipendentemente dal reddito: “Per molto tempo si è pensato che lo spreco di cibo in casa fosse un problema significativo solo nei paesi sviluppati”, ha affermato Marcus Gover, ceo di Wrap.
“Con la pubblicazione del rapporto sull’Indice dello spreco alimentare, vediamo che le cose non sono così nette”. Dai dati emerge poi che la maggior parte dei rifiuti alimentari proviene dall’ambiente casalingo con l’11 per cento di cibo sprecato, mentre il settore della ristorazione e quello del commercio sprecano rispettivamente il 5 e il 2 per cento. A livello globale, ogni persona spreca 121 chili di cibo all’anno, 74 all’interno di casa. Per contro 690 milioni di persone sul Pianeta soffrono la fame e tre miliardi non hanno accesso a una dieta sana.
Lo spreco di cibo impatta sull’economia, ma anche sull’ambiente: l’8 -10 per cento delle emissioni globali di gas serra è associato al cibo che non viene consumato. “La riduzione dello spreco di cibo diminuirebbe le emissioni di gas serra, rallenterebbe l’utilizzo delle risorse naturali e l’inquinamento, aumenterebbe la disponibilità di cibo e quindi ridurrebbe la fame, oltre a generare un risparmio di denaro in un momento di recessione globale”, ha affermato Inger Andersen, direttore esecutivo dell’Unep. “Se vogliamo fare sul serio nell’affrontare il cambiamento climatico, la perdita di natura e di biodiversità, l’inquinamento e i rifiuti, le imprese, i governi e i cittadini di tutto il mondo devono fare la loro parte per ridurre lo spreco alimentare”.
“Avanti di questo passo, in soli nove anni non potremmo raggiungere l’obiettivo prefissato”, sottolineano da Wrap. “L’aumento degli investimenti a contrasto dello spreco alimentare deve essere dunque una priorità per governi, organizzazioni internazionali, imprese e fondazioni filantropiche”.
In occasione della presentazione del rapporto, l’Unep lancerà gruppi di lavoro nei singoli Stati per aiutare i Paesi a misurare lo spreco alimentare in vista della prossima rendicontazione sugli obiettivi di sviluppo sostenibile prevista alla fine del 2022, oltre che per sostenerli nello sviluppo di sistemi di monitoraggio dei progressi fatti e nella messa a punto di strategie di prevenzione.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
![]()
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
L’associazione dei consumatori, analizzando otto campioni di riso basmati, ha rilevato la presenza di pesticidi in circa la metà dei campioni, e aflatossine in cinque di essi.
Un documento dell’associazione Ciwf fa i conti di quanto costerebbe in termini ambientali, economici ed etici il primo allevamento di polpi e, in generale, l’acquacoltura carnivora.
Sei anni dopo il precedente dossier, Eat-Lancet estende il concetto di dieta per la salute planetaria anche ai temi di giustizia sociale e accessibilità del cibo.
Con l’approvazione da parte del Parlamento europeo della direttiva suolo, gli Stati membri hanno tre anni di tempo per istituire sistemi di monitoraggio e promuovere soluzioni per una gestione sostenibile.
Con l’immunologo Attilio Speciani abbiamo approfondito uno studio australiano secondo cui il consumo di noci è associato a una maggiore longevità, memoria e mobilità articolare.
Lo Stato ha approvato una legge bipartisan per togliere dai pasti scolastici i cibi ultra-processati più dannosi per la salute a partire dal 2029 ed entro il 2035.
Secondo un report pubblicato in vista della Cop30, le 45 maggiori aziende di carne e latticini al mondo inquinano di più del secondo Paese produttore di petrolio.
Il mondo del vino si trova oggi a un bivio: continuare su una strada tradizionale o innovare, abbracciando i principi della sostenibilità e della responsabilità sociale. La scelta di Mack & Schühle Italia.
Uno spazio espositivo, una rete mondiale, ma anche un invito a scoprire i sistemi alimentari globali. Inaugura il 16 ottobre, in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione.

