La giunta di Vito Bardi proroga la concessione a Total fino al 2028. Ma il documento della Regione Basilicata prevede la possibilità di estrarre petrolio fino al 2068.
Belle le rinnovabili, ma il mondo pianifica migliaia di centrali a carbone
Nel mondo ci sono circa 2.500 impianti a carbone in fase di realizzazione che produrranno quattro volte il livello di emissioni fissato per mantenere l’innalzamento delle temperature sotto i 2 gradi centigradi rispetto ai livelli dell’era pre-industriale. È quanto riporta Coal gap, così è chiamato il report prodotto da Climate Action Track, ha rilevato che gli obiettivi di
Nel mondo ci sono circa 2.500 impianti a carbone in fase di realizzazione che produrranno quattro volte il livello di emissioni fissato per mantenere l’innalzamento delle temperature sotto i 2 gradi centigradi rispetto ai livelli dell’era pre-industriale. È quanto riporta Coal gap, così è chiamato il report prodotto da Climate Action Track, ha rilevato che gli obiettivi di contenere l’innalzamento delle temperature tra l’1,5 e i 2 gradi al di sopra dei livelli pre-industriali è incompatibile con gli attuali stadi di produzione di carbone.
Da sole, le centrali a carbone esistenti produrranno 50 per cento più emissioni rispetto ai livelli previsti come “percorsi” per limitare il riscaldamento a 2 gradi tra oggi e il 2030. Se nelle stime vengono inclusi anche gli impianti in fase di sviluppo, le emissioni diventerebbero almeno il 400 per cento superiori rispetto questo livello, e se in quest’arco di tempo fossero progettati nuovi impianti le emissioni totali sarebbero ancora più alte.
“C’è solo una soluzione al problema di avere troppe centrali a carbone in attività ed è annullare la loro realizzazione”, ha detto Pieter Van Breevoort, esperto di energie rinnovabili per Ecofys e uno degli autori del rapporto.
La notizia arriva dopo che il Regno Unito ha annunciato il mese scorso che chiuderà entro un decennio tutte le sue centrali a carbone, mentre l’ultima miniera di carbone ha chiuso a dicembre.
Tuttavia, nell’Unione europea e in otto paesi non europei – Cina, India, Indonesia, Giappone, Sudafrica, Corea del Sud, Filippine e Turchia – sono in programma la realizzazione di progetti per almeno 5 gigawatt di nuova capacità a carbone.
“Se le rinnovabili decolleranno velocemente, come previsto, molti degli investimenti per questi impianti a carbone potrebbero essere bloccati”, ha detto Markus Hagemann del New Climate Institute. Gli autori del rapporto sperano che questo scenario si traduca nella “rottamazione” della maggior parte degli impianti previsti.
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