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Durante un convegno sull’agricoltura bio, il ministro Patuanelli ha ammesso che sull’agricoltura biodinamica c’è stato un dibattito scorretto.
L’esclusione dell’agricoltura biodinamica dalla legge sul biologico non aveva ragione di essere. Si potrebbe riassumere così l’intervento del ministro alle Politiche agricole, alimentari e forestali Stefano Patuanelli nel corso di un convegno sull’agricoltura bio a Roma, un intervento che apre le porte a un nuovo confronto e riconosce la gogna mediatica subita dall’agricoltura biodinamica durante il dibattito sull’approvazione della legge sul biologico.
“È stato un dibattito forzato, forzoso, scorretto in cui dico serenamente che i media hanno fatto una parte che non ha certamente aiutato l’informazione – ha dichiarato Patuanelli – C’è stato un momento in cui non si poteva parlare, replicare e lo dico da ministro della Repubblica”.
L’agricoltura biodinamica era stata descritta da una parte del mondo scientifico e politico come una pratica infondata ed esoterica, e questa posizione, che aveva coinvolto anche esponenti di spicco, aveva influenzato molto il dibattito tanto che si era giunti all’approvazione della legge sul biologico con il compromesso di eliminare il termine “biodinamico” dal comma 3 dell’articolo 1 e dunque l’equiparazione tra l’agricoltura biologica e quella biodinamica.
Una modifica – come avevano sottolineato le associazioni del bio – più di forma, che di sostanza in quanto la maggior parte dell’agricoltura biodinamica è prima di tutto biologica e quindi rientrante a pieno titolo nella legge.
“Quando questo tema era all’ordine del giorno per l’approvazione della legge sul biologico – ha ricordato Patuanelli – avevo sotto mano le linee guida per la vinificazione biodinamica di Demeter (l’organismo di certificazione dell’agricoltura biodinamica, ndr) e dicevo: ‘Trovatemi qui dentro qualcosa che non abbia una forte attinenza scientifica con le sane pratiche della terra che ci tramandiamo da centinaia di anni, ditemi cosa c’è qui dentro di esoterico’. Nulla”.
Eppure, come ha ammesso il ministro, si è dovuto scegliere se abbandonare la legge – arrivata a conclusione dell’iter legislativo dopo molti anni di attesa – o fare un passo indietro sul biodinamico. E a questo proposito Patuanelli ha dichiarato: “Sono disposto a tornare a confrontarmi con chiunque e in qualsiasi sede per spiegare le ragioni della bontà del percorso legislativo che comprendeva la biodinamica”.
Per Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’agricoltura biodinamica, le parole del ministro aprono finalmente una stagione di giustizia riparativa del danno subito dai 4.500 di imprenditori biodinamici italiani accusati di stregoneria. “Allora non abbiamo partecipato alla polemica anteponendo l’approvazione della legge, che era il vero obiettivo dell’attacco”, ha detto. “Credo che il grande sacrificio di tacere per non offrire il fianco alla distruzione della legge, la cui approvazione era il nostro comune obiettivo, vada riconosciuto, ora però abbiamo bisogno di supporto. Gli agricoltori biodinamici hanno un credito di informazione, di ricerca, di cultura e di sostegno da parte delle istituzioni di questo Paese”.
Se c’è chi contrasta il metodo biodinamico, dall’altra parte c’è chi cerca di capirne di più: in Francia, uno studio di AgroParisTech e dell’Istituto nazionale di ricerca per l’agricoltura, il cibo e l’ambiente (Inrae) di Digione ha indagato l’impatto dei sistemi di coltivazione sulla qualità ecologica del suolo. Secondo la ricerca scientifica gli indicatori organici del suolo migliorano di circa il 70 per cento nell’agricoltura biodinamica e biologica, rispetto a quella convenzionale e complessivamente il 43 per cento dei bioindicatori migliorano in biodinamica, rispetto all’agricoltura biologica.
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