
Il delta del Po è una delle aree italiane che più sta subendo gli effetti dei cambiamenti climatici. Lo raccontano le donne coltivatrici che lì lavorano.
La maggior parte dell’Europa sta vivendo un drammatico periodo di siccità, stando all’European drought observatory, e l’Italia è fra i paesi più colpiti.
Nel Regno Unito e nel resto d’Europa, il 64 per cento dei terreni è attualmente affetto da siccità: una superficie paragonabile a quella dell’India. Per la precisione, il 47 per cento del territorio versa in condizioni critiche, mentre il 17 addirittura è in condizioni estremamente critiche.
A rivelarlo sono le analisi effettuate dall’European drought observatory, costola del Centro comune di ricerca della Commissione europea. La situazione risulta particolarmente allarmante nel Regno Unito e in Italia, Spagna, Francia, Germania, Ungheria e Romania.
È probabile che, nel sud-est della Gran Bretagna, le temperature sopra la media e la scarsità di piogge persisteranno fino al mese di ottobre, stando al Centro britannico per l’ecologia e l’idrologia. L’Inghilterra meridionale ha vissuto il suo luglio più secco da quando sono iniziate le registrazioni nel 1836: nello stesso mese, lo United Kingdom ha visto solo 46,3 mm di pioggia, valore ben al di sotto della media. Non a caso, quindici milioni di persone dovranno presto evitare di sprecare acqua per irrigare il giardino, riempire la piscina o lavare l’automobile, dato che la compagnia Thames Water ha promesso l’introduzione di questo divieto “nelle prossime settimane”.
I francesi hanno vissuto il mese di luglio più secco da quando sono iniziate le misurazioni nel 1959, osservando le precipitazioni ridursi dell’85 per cento rispetto alla media del periodo 1991-2020.
In Italia le ondate di calore hanno causato, nelle prime due settimane di luglio, un incremento del 21 per cento nel tasso di mortalità, per un totale di 733 decessi nelle 33 città coinvolte nel monitoraggio (fra cui Latina, Bari, Viterbo, Cagliari e Catanzaro). Una notizia che arriva direttamente dal ministero della Salute.
Il caldo estremo e la siccità, conseguenze del riscaldamento globale, sono purtroppo in grado di rendere gli incendi più numerosi e distruttivi. In Europa, la superficie andata in fumo quest’anno è già superiore a quella bruciata nel 2021. I danni per la flora e la fauna locali sono incalcolabili. Sempre a causa della scarsità d’acqua e dell’aumento delle temperature, il Centro comune di ricerca prevede una produttività in calo dell’8-9 per cento nell’ambito delle coltivazioni di girasoli, mais e soia nell’Ue.
Se ridurre le emissioni è il primo passo per contrastare i cambiamenti climatici, è ormai fondamentale anche adattarsi ai loro effetti. Le ondate di calore saranno sempre più frequenti, così come i periodi siccitosi. È fondamentale che i governi adottino le misure necessarie per proteggere i propri cittadini.
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