
Nizza e la Francia si risvegliano. Le parole e il silenzio dopo la strage
Sono 84 i morti e 120 i feriti di cui 18 in gravi condizioni a Nizza. Il presidente Hollande: “Tutta la Francia è minacciata”.
Sono 84 i morti e 120 i feriti di cui 18 in gravi condizioni a Nizza. Il presidente Hollande: “Tutta la Francia è minacciata”.
Un camion ha investito mentre viaggiava a velocità sostenuta (forse 80 chilometri orari) un numero considerevole di persone che passeggiavano lungo la promenade des Anglais, il lungomare della città di Nizza, in Francia, dopo le 22:40 di giovedì 14 luglio. In quel momento migliaia di cittadini e turisti erano all’aperto per godersi lo spettacolo di fuochi d’artificio
Difficile trovare parole “utili” di fronte a una tragedia come quella di Corato, dove si sono scontrati due treni che percorrevano la tratta ferroviaria Andria-Corato. Di fronte a tante vittime e a un tale dolore è faticoso addentrarsi nelle speculazioni su colpe e responsabilità. Come cittadini che da anni denunciano le condizioni precarie del trasporto
Il professore Di Costanzo ci fa immergere nella storia dei rohingya, perché solo così è possibile capire perché il trattamento che stanno subendo in Birmania è ingiusto.
Quindici anni e una saggezza rara. Cameron, figlio di Alton Sterling, ucciso dalla polizia negli Usa, si è rivolto al popolo americano.
Scariche elettriche, stupri, sparizioni forzate anche di minorenni. Amnesty International punta il dito contro l’Egitto di al-Sisi.
Theresa May è diventata la nuova prima ministra del Regno Unito il 13 luglio. L’esito di Brexit e le dimissioni di David Cameron hanno rappresentato una sfida per la leadership del Partito conservatore al governo. Prima Boris Johnson, poi Michel Groover e Andrea Leadsom: tutti gli aspiranti hanno ritirato uno a uno le proprie candidature, spianando la
Si può fare sesso in gravidanza? Fino a che mese? È pericoloso? Ecco tutto quello che c’è da sapere su benefici ed eventuali controindicazioni
Per Phil Robertson di Human rights watch si può parlare di pulizia etnica contro i rohingya. E Aung San Suu Kyi ha le sue responsabilità.
Doveva essere il giorno di festa per il quinto anniversario dell’indipendenza, avvenuta il 9 luglio 2011 dopo anni di guerra civile con il Sudan, grazie a un referendum popolare passato con il 98,83 per cento dei consensi. Invece il giovane stato africano del Sud Sudan sta vivendo una settimana terribile, cominciata proprio alla vigilia di