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Perché il solare piace più dell’eolico
L’eolico sta crescendo senza precedenti grazie alla sua competitività economica, ma il consenso per il solare è in aumento e così le sue installazioni, soprattutto in Cina.
Eolico e solare sono da sempre rivali nelle rinnovabili. A fine 2016 a livello mondiale sono stati installati il 296 GW di fotovoltaico e 467 GW di eolico, che rappresentano rispettivamente il 15 e il 25 per cento della capacità rinnovabile installata. Negli Stati Uniti l’eolico contribuisce in modo sostanziale allo sviluppo dell’energia verde, generando il 5 per cento all’energia elettrica che alimenta le attività industriali e le abitazioni del Paese. Uno sviluppo che andrà avanti nonostante le politiche dell’amministrazione Trump a favore dei combustibili fossili e la crescita del solare, fratello minore in termini di energia prodotta ma più affascinante nell’immaginario collettivo.
Il fascino del solare
Nell’ultimo decennio il solare ha vissuto un periodo di grande slancio. A livello mondiale solo lo scorso anno la nuova capacità installata è cresciuta del 50 per cento, soprattutto grazie a Cina e Stati Uniti. In otto anni le installazioni statunitensi hanno visto un incremento di 17 volte, passando da 1,2 a quasi 30 gigawatt sufficienti ad alimentare 5,7 milioni di case. Oggi il solare statunitense contribuisce per l’1 per cento all’energia utilizzata nel Paese e la sua continua crescita è sostenuta anche grazie a progetti avveniristici che catturano l’immaginazione di imprese e cittadini. Il nuovo campus della Apple a Cupertino, in California, produrrà oltre 16 megawatt di energia grazie ai pannelli installati sul tetto. Nel 2006, Microsoft installò quello che allora era il più grande sistema di pannelli solari della Silicon Valley diventando un esempio per aziende come Oracle e Facebook che hanno speso milioni di dollari per alimentare con il solare i loro data center.
L’adattabilità del solare rispetto all’eolico
Il successo del solare è dovuto soprattutto a due fattori: la sua adattabilità per cui è facile utilizzarlo sia in progetti di grandi impianti sia a livello residenziale e la percezione che suscita come di “qualcosa che è abbastanza nuovo, e ancora esoterico”. A sostenerlo è Stephen Comello, direttore della Sustainable Energy Initiative alla Stanford School of Business. L’eolico invece è meno adattabile, oggi è ancora difficile realizzare un piccolo impianto eolico per la propria abitazione. Paradossalmente, nonostante l’eolico non sia cresciuto ai ritmi del solare, la sua diffusione è stata più sostanziale: la sua capacità negli Stati Uniti è triplicata arrivando a oltre 82 gigawatt, sufficienti a fornire energia a 24 milioni di case. Ma il suo potenziale di crescita è ancora molto alto.
New York is making history. Today LIPA approved the nation’s largest offshore wind farm, and the first in New York. pic.twitter.com/FYKvc6irye
— Andrew Cuomo (@NYGovCuomo) 25 gennaio 2017
L’occupazione americana cresce con l’eolico
Se l’industria eolica confermerà le percentuali di crescita degli ultimi dieci anni, entro il 2050 potrebbe fornire più di un terzo dell’energia consumata nel Paese. Uno sviluppo guidato più dall’economia che da argomentazioni ambientali. La partita si gioca soprattutto sull’eolico offshore. Secondo il Dipartimento dell’Energia americano, l’eolico off-shore potrebbe sostenere 160 mila posti di lavoro e aggiungere 86 gigawatt sufficienti ad alimentare 31 milioni di case. E infatti gli investimenti vanno avanti. Il 12 dicembre scorso ha debuttato il primo parco eolico offshore americano, il Rhode Island Block Island, nell’oceano Atlantico: 5 turbine da 30 MW che produrranno energia per illuminare 17 mila abitazioni. Il 25 gennaio scorso, il governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo ha approvato un parco eolico offshore da 90 megawatt, a 30 miglia al largo della costa di Montauk a Long Island. Un’opera in grado di alimentare 50 mila abitazioni, un primo passo per raggiungere l’obiettivo di sviluppare 2,4 gigawatt di energia eolica offshore entro il 2030.
Solare ed eolico sempre più competitivi
Nonostante la crescita della filiera delle rinnovabili che ha portato tecnologie come il solare e l’eolico ad essere sempre più competitive da un punto di vista economico, il presidente Trump non ha fatto segreto della sua preferenza per i combustibili fossili. Il presidente Usa esalta le virtù del carbone che nel 2015 ha soddisfatto il 33 per cento della domanda elettrica statunitense pari a circa 4 trilioni di kilowattora. Quello che Trump e la sua amministrazione non hanno ancora chiaro è che l’industria del carbone sta morendo, soppiantata dalle rinnovabili o dal gas naturale diventato nel 2015 la principale fonte di energia elettrica del Paese. In West Virginia, la produzione di carbone è diminuita del 45 per cento tra il 2000 e il 2015. Nello stesso periodo, la regione ha perso oltre 9.300 posti di lavoro legati all’industria del carbone.
Secondo un’analisi di Lazard, banca d’affari americana presente anche in Europa, nel 2015 il carbone è stato pagato tra i 60 ed i 143 dollari per chilowattora (kWh). Al contrario, il costo dell’eolico sta precipitando. La stessa analisi ha stimato che nel 2015 l’eolico è costato tra i 32 ed i 62 dollari per kWh, diventando la fonte più economica di energia in alcune parti del Paese. Il solare ha visto calare i suoi costi dell’80% rispetto al 2009 e oggi è più conveniente del carbone, ma in termini economici supera l’eolico con cifre tra i 49 ed i 61 dollari per kWh. Il calo dei prezzi fa crescere la domanda di tecnologia rinnovabile e l’Agenzia internazionale dell’energie (Aie) stima che al 2040 circa il 60% dell’elettricità sarà generato da fonti rinnovabili, per oltre la metà costituite da eolico e solare fotovoltaico.
I grandi big investono sull’eolico
Anche se le grandi imprese come Apple, Microsoft e altre hanno dato grande visibilità ai loro investimenti nel solare, non significa che l’eolico sia stato ignorato. Google, Microsoft e Amazon stanno comprando cinque volte più eolico rispetto al solare per raggiungere i propri obiettivi sulle rinnovabili. Google, per esempio, per arrivare entro quest’anno al 100 per cento di rinnovabili, ha firmato contratti per l’acquisto di 2.548 megawatt di energia eolica contro i 141MW di solare. Microsoft ha recentemente annunciato un contratto di fornitura di 178 megawatt di energia eolica, il più grande contratto aziendale registrato fino ad oggi. Brian Janous, direttore di Microsoft per le strategie legate all’energia, in un’intervista pubblicata sul Guardian, ha detto: “Ci sono molte questioni di politica ancora da risolvere, ma non vedo l’elezione [del presidente Trump] negli Stati Uniti avere un impatto significativo sui nostri impegni. La scelta di sottoscrivere contratti di energia rinnovabile è relativamente nuova, ma l’interesse è in crescita e lo sarà sempre di più”. Le aziende, messe sotto pressione da clienti, investitori e organi governativi per tagliare le loro emissioni di gas serra, nei prossimi anni saranno alla ricerca di energia a basse emissioni di carbonio in grado di competere con il prezzo del carbone e del gas naturale, gioco forza dovranno puntare sulle rinnovabili.
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