L’associazione dei consumatori, analizzando otto campioni di riso basmati, ha rilevato la presenza di pesticidi in circa la metà dei campioni, e aflatossine in cinque di essi.
L’amministrazione comunale di Milano ha annunciato la nascita in città, entro il 2024, di tre nuovi hub per la lotta allo spreco alimentare e alla povertà.
La giornata nazionale della prevenzione contro lo spreco alimentare del 5 febbraio è stata l’occasione per l’amministrazione del comune di Milano per presentare le nuove azioni contro lo spreco in città. La vicesindaco con delega alla Food Policy e all’Agricoltura Anna Scavuzzo ha annunciato l’apertura, entro il 2024, di tre nuovi hub di quartiere per il recupero e la redistribuzione ai più fragili delle eccedenze alimentari, oltre al potenziamento dei cinque hub già esistenti.
A Milano nasceranno, quindi, nel corso di quest’anno, il Food hub Cuccagna (Municipio 4), l’hub Selinunte (Municipio 7) e l’hub diffuso (Municipio 2), che si aggiungeranno a quelli già attivi in città, l’hub Isola (Municipio 9), l’hub Lambrate (Municipio 3), l’hub Centro (Municipio 19), l’hub Gallaratese (Municipio 8) e, infine, l’hub Foody Zero Sprechi, nato all’interno del Mercato Ortofrutticolo di Milano, per il recupero del cibo fresco. A questo proposito, la volontà è quella di un maggiore coinvolgimento di venti mercati comunali con l’obiettivo di raccogliere circa 200 kg di eccedenze di fresco al giorno.
Inoltre, l’intera gestione degli hub di quartiere verrà migliorata attraverso la digitalizzazione della filiera che permetterà di avere una migliore mappatura delle eccedenze e delle risorse disponibili e una logistica condivisa e integrata capace di ottimizzare il sistema di stoccaggio, raccolta e distribuzione, e di ridurre, infine, anche l’impatto ambientale.
Questo insieme di azioni sono il frutto di un anno di lavoro corale che ha coinvolto 36 enti del settore e 12 partner tra soggetti pubblici e privati, oltre che enti di ricerca e imprese, in workshop, analisi di bisogni e tavoli di co-progettazione organizzati a seguito della vincita, nel 2021, dell’Earthshot Prize, prestigioso riconoscimento internazionale lanciato dal principe Williams d’Inghilterra e dal naturalista David Attenborough. Riconoscimento dedicato alle migliori soluzioni per proteggere l’ambiente, che ha assegnato al comune di Milano un milione di sterline (700mila euro) da investire per ampliare ulteriormente il progetto.
“Milano sul contrasto agli sprechi alimentari conferma e rilancia – ha dichiarato la vicesindaco Scavuzzo – il premio che ci ha messo a disposizione risorse per dare uno slancio ulteriore alla co-progettazione degli hub insieme a tante realtà della città. Una parte dei fondi saranno utilizzati per consolidare la rete, l’altra per arrivare a otto hub in totale”.
“C’è un bell’entusiasmo ma anche grande concretezza ed è questo lo stile con cui stiamo cercando di procedere. Occorre anche la capacità di avere uno sguardo sul vissuto della nostra città in ogni quartiere perché ogni hub si è sviluppato in modo diverso dall’altro. Penso, ad esempio, all’hub del gallaratese, particolarmente attento ai più piccoli e a chi ha perso al lavoro, o all’hub di Lambrate che lavora insieme all’Avis con un parallelo tra la donazione di cibo e le donazioni di sangue o, ancora, all’hub del centro, al cui interno è sorto un panificio. Conservo ancora l’immagine di quando abbiamo inaugurato l’hub Isola, sorto in mezzo ai grattacieli: è il simbolo della nostra volontà di stare in mezzo alla gente, ma anche di guardare in alto verso grandi obiettivi”, ha continuato la vicesindaco,.
L’esperienza degli hub di quartiere, centri di raccolta e stoccaggio del cibo, è stata avviata nel 2019 dal Comune di Milano insieme a Fondazione Cariplo, Programma QuBì, Assolombarda e Politecnico di Milano per incentivare il recupero delle eccedenze alimentari provenienti da diversi punti vendita di esercenti e grande distribuzione e la redistribuzione del cibo con una rete territoriale di soggetti del Terzo settore, che a loro volta destinano il cibo a persone e famiglie in difficoltà.
Un progetto di lotta allo spreco di cibo, ma anche a contrasto della povertà alimentare: nel 2023 sono state oltre 615 le tonnellate di cibo recuperate, di cui 574 tonnellate dai cinque hub di quartiere ad oggi attivi a Milano, a cui si aggiungono 41 tonnellate da mercati scoperti. Centinaia di migliaia di eccedenze che sono state redistribuite tra circa 27 mila persone fragili, equivalenti a circa un milione e 230mila pasti donati.
Secondo i dati dell’Osservatorio Waste Watcher, in Italia si passa da 524,1 grammi settimanali di cibo buttato procapite nel 2023 a 566,3 grammi settimanali nel 2024. Si tratta dell’8,05 per cento di spreco in più rispetto a un anno fa. Nel 2024 in Italia lo spreco alimentare costa circa 290 euro annui a famiglia, circa 126 euro pro capite ogni anno. Si spreca di più nelle città e nei grandi Comuni e meno nei piccoli centri, sprecano di più le famiglie senza figli e molto di più i consumatori a basso potere d’acquisto. Si spreca di più a sud (+ 4 per cento rispetto alla media nazionale) e meno a nord (- 6 per cento rispetto alla media). Vale oltre 13 miliardi di euro lo spreco complessivo di cibo in Italia: lo spreco a livello domestico incide per oltre 7 miliardi e 445 milioni, quello nella distribuzione vale circa 4 miliardi, mentre è più contenuto lo spreco in campo e nell’industria.
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