
La Cop26 è stata un appuntamento vitale per l’Africa che contribuisce in misura minima ai cambiamenti climatici, ma ne sopporta le conseguenze peggiori.
Alla Cop 26 di Glasgow mancherà circa un terzo degli stati isola del Pacifico, gli stessi che subiscono gli effetti più pesanti della crisi climatica.
Era il 2015 quando l’uragano Pam, uno dei più violenti della storia, ha devastato Vanuatu, l’arcipelago di 83 isole nell’oceano Pacifico. Nell’arco di poche ore si sono registrati 24 morti, 75mila sfollati e sono andati in fumo i due terzi del pil. Nel 2020 è stato il turno del ciclone Harold, anch’esso di categoria 5, che si è lasciato alle spalle un cimitero di alberi sradicati e case rase al suolo. Disastri naturali amplificati dai cambiamenti climatici, gli stessi che hanno già costretto gli abitanti delle isole Torres (quelle più a nord dell’arcipelago) a fare le valigie e allontanarsi dalla costa, minacciati dall’innalzamento del livello dei mari. Eppure, alla Cop 26 di Glasgow, il più importante summit internazionale dedicato al clima, la delegazione di Vanuatu non ci sarà. Troppo costoso raggiungere il Regno Unito, troppo difficile ottemperare alle restrizioni anti-Covid. Si trova nella stessa situazione circa un terzo degli stati isola del Pacifico.
Stando alle notizie riportate dal quotidiano Guardian, un terzo degli stati isola del Pacifico non potrà inviare nessun rappresentante del proprio governo alla Cop 26 che si aprirà il 31 ottobre. Altri dovranno accontentarsi di delegazioni molto più ridotte del previsto. Assenze che rischiano di indebolire già in partenza il summit, considerato che questi territori subiscono in prima persona le manifestazioni più drammatiche della crisi climatica e hanno sempre lottato per far sentire la propria voce, anche riunendosi nella High ambition coalition. “Se torniamo indietro a Parigi, è stata la presenza in prima persona dei leader del Pacifico a fare la differenza e a portarci all’obiettivo di 1,5 gradi centigradi che ora abbiamo nell’accordo”, sottolinea Ralph Regenvanu, antropologo, artista e leader dell’opposizione del parlamento di Vanuatu.
Uno dei motivi principali sta nelle restrizioni ai viaggi internazionali dovute alla pandemia in corso. Molti stati isola del Pacifico infatti sono riusciti a mantenere livelli di contagio molto bassi perché hanno sbarrato completamente i confini. Per i loro leader, recarsi al summit di Glasgow significa sottoporsi a una quarantena che può durare fino a un mese. “Ci si aspetta che il capo di stato partecipi a questi summit, ma non possiamo permetterci che il presidente sia indisponibile per un periodo di tempo così lungo”, sottolinea Albon Ishoda, ambasciatore delle isole Marshall. Le cose non sono più facili per gli attivisti e i membri della società civile. Non tutti hanno la possibilità di rinunciare a un mese di lavoro, pagare voli che costano molto di più rispetto al periodo pre-Covid e aggiudicarsi uno dei pochi (costosissimi) alloggi rimasti in città. Se alle precedenti edizioni se ne sono presentati 70-80, stavolta saranno al massimo una trentina.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
La Cop26 è stata un appuntamento vitale per l’Africa che contribuisce in misura minima ai cambiamenti climatici, ma ne sopporta le conseguenze peggiori.
Com’è andata la Cop26, un commento a mente fredda sulla conferenza sul clima di Glasgow. Non è ancora il tempo per abbandonare la speranza.
L’intesa punta al 2035 per la definitiva affermazione dei mezzi a zero emissioni. Il nostro paese non firma, sì dalle città di Roma, Firenze e Bologna.
Sabato 13 novembre, un giorno più tardi del previsto, è terminata la Cop26. Luci e tante ombre nel Patto di Glasgow sul clima, indebolito dall’India.
Nella mattinata di sabato 13 novembre è stata diffusa una terza bozza di dichiarazione finale alla Cop26 di Glasgow.
La parità di genere è a pieno titolo un tema della Cop26, perché le donne sono particolarmente esposte alle conseguenze dei cambiamenti climatici.
Gli inviati alla Cop26 di Cina e Stati Uniti hanno annunciato, a sorpresa, una cooperazione per abbattere le emissioni di gas ad effetto serra.
Dalla Cop26 ci si attendono anche risposte chiare sulla necessità di operare una transizione ecologica che sappia garantire la parità di genere.
All’alba di mercoledì 10 novembre, dopo una notte di negoziati, è stata pubblicata la prima bozza di accordo alla Cop26 di Glasgow.