
Il 71 per cento dei capoluoghi oggi supererebbe i nuovi limiti europei per polveri sottili Pm10 in vigore dal 2030, a Frosinone e al nord è emergenza.
È quanto emerso da uno studio europeo che ha analizzato oltre duecento ricerche confermando lo stretto rapporto tra ambiente e salute.
La vicinanza di boschi, foreste o aree verdi ha un impatto positivo sulla nostra salute psicofisica, non è certo un mistero. È ovvio che una passeggiata nel bosco non può sostituire un intervento chirurgico o una seduta da uno psicoterapeuta laddove ce ne sia bisogno, ma riesce a far evaporare stress, ansia e nervosismo con una rapidità quasi miracolosa, provare per credere. L’ennesima conferma arriva da un nuovo studio, secondo cui le persone che vivono vicino ad alberi e aree verdi avrebbero meno probabilità di essere obese, inattive, o dipendenti da antidepressivi.
Lo studio, intitolato Nature for health and equity, è stato pubblicato dall’associazione Friends of the Earth Europe in collaborazione con l’Institute for european environmental policy (Ieep). Un gruppo di undici ricercatori dell’Ieep ha trascorso un anno a studiare oltre duecento studi scientifici che indagano il legame tra benessere psicofisico e contatto con la natura, con l’obiettivo di realizzare lo studio più ampio e completo su questo argomento.
Lo studio ha dunque raccolto varie ricerche che si sono concentrate su determinate proprietà curative della natura, restituendoci un quadro completo. Una ricerca scozzese del 2014, ad esempio, ha rilevato che gli uomini che vivono in aree disagiate ma caratterizzate da ampi spazi verdi, hanno un tasso di mortalità del 16 per cento inferiore rispetto ai loro omologhi che vivono in aree urbane. Mentre le donne in gravidanza che vivono in ambienti verdeggianti hanno una pressione sanguigna più bassa e danno alla luce bambini più grandi. Il contatto con la natura aiuterebbe inoltre a ridurre le allergie e a incrementare l’autostima e il benessere mentale.
Nelle aree urbane dove sono presenti alberi si registra un consumo ridotto di antidepressivi rispetto alle zone che ne sono sprovviste, mentre secondo uno studio danese i tassi di obesità sono superiori tra le persone che vivono a più di un chilometro da boschi e parchi rispetto a quelle che vivono a meno di 300 metri di distanza. Una ricerca del 2015 finanziata dall’Unione europea ha invece rivelato che la presenza di aree verdi nei pressi delle scuole aumenta le capacità cognitive dei bambini. Una ricerca statunitense ha scoperto che i pazienti in ospedale che possono vedere un albero dalla propria finestra vengono dimessi un giorno prima rispetto quelli che hanno una vista senza alberi.
Il contatto con la natura è pertanto fondamentale, del resto siamo animali, siamo nati per questo, tuttavia sembra sempre più essere un privilegio riservato a pochi. Chi vive nelle zone più povere delle grandi città ha infatti meno possibilità di accedere alle aree verdi e, di conseguenza, meno possibilità di fare attività fisica. Una ricerca inglese ha rivelato che circa il 26 per cento delle minoranze etniche dell’Inghilterra visita ambienti naturali meno di tre volte l’anno.
“Lo studio conferma ancora una volta che le persone e le comunità possono prosperare solo quando hanno libero accesso alla natura – ha commentato Robbie Blake, attivista dell’associazione Friends of the Earth. – Tutti abbiamo tutti bisogno della natura nella nostra vita, ci dà libertà e ci aiuta a vivere in modo sano”. Secondo Patrick ten Brink, direttore dell’Ieep, lo studio dovrebbe rappresentare una base di partenza su cui costruire una società che favorisca l’accesso alla natura. “Dobbiamo lavorare insieme in modo che tutti gli europei abbiano un’area verde ad almeno 300 metri delle loro case entro i prossimi dieci anni”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il 71 per cento dei capoluoghi oggi supererebbe i nuovi limiti europei per polveri sottili Pm10 in vigore dal 2030, a Frosinone e al nord è emergenza.
Le autorità della Nuova Zelanda hanno concesso al monte Taranaki, sacro per la popolazione maori, gli stessi diritti degli esseri umani.
La Corte europea dei diritti dell’uomo dà 2 anni all’Italia per mettere in campo una strategia nazionale per risolvere un problema noto da oltre 20 anni.
Potrebbero essere addirittura 5mila le tonnellate di carburante riversate nel mar Nero da due petroliere russe, travolte da una tempesta il 15 dicembre.
Tra gennaio e 2024 gli incendi in Brasile si sono estesi su 308mila kmq, di cui il 58 per cento in Amazzonia. L’aumento è del 79 per cento sul 2023.
Dopo un’estate 2024 segnata dalla moria di pesci a causa delle alghe e dei cambiamenti climatici, si corre ai ripari. Ma il Wwf manifesta dei dubbi.
Normative, greenwashing e ruolo del retail: a Marca 2025 un dialogo tra aziende e consumatori promosso da CCM Coop Cartai Modenese e LifeGate.
Nelle foto di Los Angeles sfigurata dagli incendi si notano case, terreni, automobili e boschi coperti da una polvere rosa. Vediamo di cosa si tratta.
Entra in vigore un’altra disposizione della direttiva europea sulla plastica monouso: quella sul contenuto di Pet riciclato delle bottiglie.