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Boitani: “Temiamo il lupo perché è troppo simile a noi”
Abbiamo chiesto a Luigi Boitani, uno dei massimi esperti di lupi, qual è oggi la situazione del grande predatore in Italia.
Luigi Boitani, titolare della cattedra di Biologia della conservazione ed ecologia animale all’Università La Sapienza di Roma, è una vera e propria autorità in materia di lupi. All’inizio degli anni Settanta Boitani, insieme all’etologo tedesco Erik Zimen e al “lupologo” americano David Mech, svolse il primo censimento del lupo sull’Appennino mai effettuato nel nostro Paese, commissionatogli dall’allora giovane Wwf Italia.
Dopo aver sfiorato l’estinzione negli anni Settanta quanti lupi ci sono oggi in Italia?
Rispondo con una provocazione: che senso ha dare un numero? I lupi saranno sempre troppi per gli allevatori e pochi per i conservazionisti. Detto questo il numero di lupi è aumentato sensibilmente grazie ad una serie di fattori come le leggi nazionali ed internazionali di conservazione, l’aumento delle aree selvatiche a disposizione e la conseguente crescita delle prede naturali dei lupi.
Come si può combattere il fenomeno dell’ibridazione che sta minando la purezza genetica del lupo italico?
In Italia sembra che i cani godano di maggiore protezione dei lupi. Per risolvere il problema alla radice bisognerebbe eliminare il fenomeno del randagismo. È inoltre importante capire quanti animali ibridi ci sono. Una volta individuati questi esemplari vanno catturati e trasferiti all’interno di appositi recinti faunistici all’interno di strutture attrezzate.
In passato la caccia al lupo era incoraggiata perfino nelle aree protette. Qual è il motivo per cui il lupo faceva (e fa) tanta paura?
Il lupo ci fa paura perché è troppo simile a noi. Proprio come l’uomo questi animali occupano vaste aree di territorio, vivono in branchi con strutture sociali, sono intelligenti e hanno un’incredibile capacità di adattamento.
La “psicosi lupo” sembra resistere tuttora, basti pensare alle recenti uccisioni di animali in Maremma o all’ordinanza anti-lupo emessa dal sindaco di Verona Tosi. È possibile una convivenza pacifica tra uomo e lupo?
Una convivenza pacifica è impossibile, pensare ad un rapporto che non preveda il conflitto è pura utopia. È come convivere con le autostrade: ci saranno sempre delle vittime dettate dall’ignoranza delle leggi o dalle fatalità. L’obiettivo da raggiungere è quello di una coesistenza, non si può pensare di riservare tutto il territorio all’uomo o viceversa ai lupi.
Perché è importante proteggere il lupo, quali benefici comporta per l’ecosistema?
Perché deve necessariamente portare un beneficio? Anche il lupo ha diritto di vivere, basterebbe questa considerazione per lasciarlo in pace, oltre al fatto che parliamo di una specie protetta. Chiaramente la presenza del lupo implica anche vantaggi ecosistemici: essendo al vertice della catena alimentare mantiene in equilibrio la catena stessa regolando le popolazioni di erbivori.
Spesso ad uccidere i lupi sono gli allevatori esasperati dagli attacchi al bestiame e dalla difficoltà di ottenere i rimborsi statali. Quale può essere la soluzione?
Si deve cercare un compromesso, è impossibile pensare che non ci sia neppure una pecora uccisa dai lupi in Italia. Quattordici regioni prevedono leggi di indennizzo dei danni causati alle greggi, molte regioni però si sono “rimangiate” queste leggi dopo aver constatato i costi che comportavano. Ci sono regioni che pagano con grande ritardo e in maniera insufficiente ma ci sono anche allevatori che se ne approfittano. Da parte loro gli allevatori devono accettare un minimo di danno che è sempre esistito da tremila anni a questa parte e adottare misure di prevenzione come l’utilizzo di cani pastore per cui l’Italia è famosa in tutto il mondo.
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