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Annunciati i vincitori dell’Underwater photographer of the year 2019. Protagonisti delle foto sono la magia e l’incredibile biodiversità del mondo subacqueo, ma anche le minacce che si trova ad affrontare, come la plastica.
“La fotografia consiste nell’immortalare momenti. E questo è un istante indimenticabile”. È il commento allo scatto del fotografo inglese Richard Barnden che si è aggiudicato il titolo di Underwater photographer of the year 2019. La sua foto, che raffigura il momento esatto in cui un branco di squali grigi della barriera catturano e divorano un pesce pappagallo, si è distinta tra oltre cinquemila foto subacquee scattate in 65 paesi nel mondo.
Usando il grandangolo il fotografo ci porta nel dramma della caccia, rivelando il lato più selvaggio dell’oceano. Alexander Mustard, capo della giuria
Il mondo subacqueo, infatti, racchiude in sé tante realtà. Eppure, l’uomo conosce solo una piccola parte di quel brulichio di vita, colori, suoni e comportamenti di cui l’oceano è casa. Negli anni si è avventurato e spinto sotto la superficie dell’acqua per scoprire quell’incredibile biodiversità, ma per il resto può solo cercare di immaginare cosa gli abissi nascondono, e proteggerlo. Il concorso dell’Underwater photographer of the year 2019 prova a offrirci uno scorcio di questo mondo magico.
Uno dei premi principali del concorso è il titolo di Marine conservation photographer of the year, quest’anno vinto dal fotografo spagnolo Eduardo Acevedo. Il suo scatto ritrae una tartaruga marina impigliata in una rete da pesca di plastica abbonata. “Le tartarughe arrivano alle isole Canarie attraversando l’oceano Atlantico dai Caraibi e si trovano a dover evitare tanti pericoli causati dall’uomo, come rifiuti plastici, corde e reti da pesca. Questa tartaruga è una delle fortunate perché siamo riusciti a liberarla e a recuperare la rete”.
L’inquinamento da plastica e il ghost fishing sono problemi seri in continuo aumento che stanno minacciano gli oceani. Questa triste immagine evidenzia entrambi i problemi. Alexander Mustard, capo della giuria
Al terzo posto di questa categoria, sempre la plastica. Lo scatto intitolato Silent killer del fotografo israeliano Noam Kortler ritrae infatti un cavalluccio marino intrappolato in un bicchiere di plastica. “Dopo una giornata di tempesta sono uscito per un’immersione e ho trovato rifiuti ovunque”, ha commentato il fotografo. “Ho quindi deciso di mettere via la mia macchina fotografica e iniziare a raccogliere i rifiuti. Un bicchiere di plastica ha richiamato la mia attenzione perché sembrava strano. Mi sono avvicinato ed ero scioccato da quello che ho visto. Dentro al bicchiere accartocciato c’era un cavalluccio marino intrappolato, trasportato dalla corrente”.
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Queste immagini, oltre a essere tristi da guardare, mostrano la realtà nei nostri oceani. Alexander Mustard, capo della giuria
L’Underwater photographer of the year è un concorso fotografico che si tiene ogni anno ed è organizzato nel Regno Unito dal 1965, con l’obiettivo di celebrare l’arte fotografica subacquea, che sia negli oceani, nei laghi o addirittura nelle piscine. Svelandoci quello che si cela sotto la superficie dell’acqua, le foto immortalano spaccati di realtà: di un luogo, delle specie, dei loro comportamenti, della sempre presente impronta umana. E dell’inevitabile adattarsi a un ambiente in continuo cambiamento.
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