Che il via libera da parte della Turchia all’allargamento a Est della Nato dovesse avere una contropartita era noto. Così come era noto che a pagare il prezzo sarebbero stati i rifugiati curdi nelle due nazioni candidate ad entrare nell’Alleanza atlantica, la Svezia e la Finlandia. Ora, però, si conoscono il nome e il cognome della prima “moneta di scambio” che verrà consegnata nelle mani dell’autoritario presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
I curdi in Svezia moneta di scambio per l’ingresso di Stoccolma nella Nato
Si chiama Zinar Bozkurt ed è un attivista curdo fuggito in Svezia quando era poco più di un ragazzino. Aveva 18 anni – oggi ne ha 26 – e aveva scelto la nazione scandinava per sfuggire alle persecuzioni politiche legate non solo alla sua militanza in organizzazioni pro-curde, ma anche per la sua omosessualità. La richiesta di asilo era stata tuttavia respinta dalle autorità svedesi sulla base di un’informativa del Säpo, il Servizio di sicurezza di stato, che avrebbe indicato come Bozkurt non sarebbe stato soltanto impegnato con il Partito democratico dei popoli (Hdp), il principale movimento politico filo-curdo della Turchia.
Zinar Bozkurt,che vive in Svezia da 8 anni perché perseguitato in Turchia in quanto difensore della causa curda e omosessuale, è stato arrestato per terrorismo a 7 giorni dalla visita in Svezia del dittatore Erdogan. I curdi e le curde hanno dato la vita a #Kobane anche per noi
Al ragazzo sarebbe stata contestata anche la simpatia per il Pkk, considerato un movimento terrorista da Ankara, e per le milizie curde dell’Ypg (Unità di protezione popolare), che da anni si battono in Siria contro lo Stato islamico e per difendere la popolazione nel Kurdistan. Bozkurt ha dovuto inoltre rispondere di alcuni post sui social network nei quali ha citato la resistenza contro gli estremisti jihadisti nella città di Kobane.
Il nome di Zinar Bozkurt non figura neppure nella lista di curdi da estradare
Tuttavia, il giovane curdo ha potuto trascorrere otto anni in Svezia senza problemi. Fino al suo arresto, alle cinque di mattina di venerdì 19 agosto, una settimana prima della visita prevista a Stoccolma da parte di Erdogan: un summit focalizzato proprio sulla questione dell’ingresso nella Nato e del rispetto degli impegni assunti dal governo scandinavo sulla questione dei curdi.
Ora Bozkurt si trova in cella, in attesa di una probabile espulsione verso la Turchia, dove rischia una lunga pena detentiva (nella migliore delle ipotesi). Ciò benché il suo nome non figurasse neppure nella lista di attivisti curdi da estradare, stilata dalle diplomazie dei due paesi nel corso di un summit a Madrid nello scorso mese di giugno.
“Bozkurt rischia torture e una lunga detenzione”
La Kcdk-E, confederazione curda in Europa, ha lanciato un appello alla Svezia affinché non “sacrifichi” gli attivisti sull’altare dell’ingresso nella Nato: “Bozkurt rischia di essere torturato qualora dovesse essere estradato in Turchia. La sua espulsione rappresenterebbe una violazione della legge svedese sull’immigrazione e delle convenzioni internazionali”.
Sweden has arrested Kurdish political refugee Zinar Bozkurt, who now faces extradition to Turkey. This is the price the Swedish government agreed to pay to be able to join NATO: the selling out of Kurdish people.
Allo stesso modo, il partito transeuropeo Diem25, il cui leader è l’ex ministro dell’Economia greco Yanis Varoufakis, ha denunciato l’arresto con parole dure: “Questo è il prezzo che il governo svedese ha concordato di pagare per poter aderire alla Nato: svendere il popolo curdo. Chiediamo di rispettare i diritti umani e di liberare Zinar Bozkurt”. Un appello rilanciato da molti sui social network, con l’hashtag #StopDeportingZinarBozkurt.
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