Con un grande progetto di ripristino, Baltimora vuole riportare in salute oltre 200mila metri quadrati di zone umide lungo 18 km di costa.
La Costa Rica entra nel Guinness dei primati raccogliendo 30 tonnellate di plastica in 8 ore
In attesa della definitiva eliminazione della plastica monouso, in Costa Rica si è svolta una gigantesca opera di raccolta di plastica da destinare al riciclo.
L’economia della Costa Rica, minuscolo Paese dell’America centrale, situato tra il mar dei Caraibi e l’oceano Pacifico, dipende dal turismo generato dalle sue meraviglie ambientali. Il Paese, grande la metà del Kentucky, ospita infatti oltre il 6 per cento della biodiversità mondiale e il 25 per cento della sua superficie è coperto di foreste. Anche la Costa Rica, come ogni altra nazione del mondo, è però afflitta dal problema della plastica che ne contamina mari e corsi d’acqua. Per arginare questa piaga, nel 2017, il Paese ha annunciato che dal 2021 eliminerà gradualmente la plastica usa e getta, sostituendola con materiali più sostenibili. In attesa che la questione venga risolta alla radice, la Costa Rica è entrata nel Guinness dei primati per la quantità di plastica raccolta per essere riciclata.
Un riciclo da record
Sono state infatti raccolte oltre trenta tonnellate di plastica in meno di otto ore, battendo il precedente record detenuto dall’India che nello stesso lasso di tempo ne aveva raccolte ventitré tonnellate. L’iniziativa è stata guidata da Ecolones, una piattaforma digitale che assegna “denaro virtuale” o crediti agli utenti in cambio di azioni di riciclo, con l’obiettivo di favorire l’economia circolare e cambiare le abitudini dei consumatori.
Un gesto simbolico
All’evento di raccolta, svoltosi lo scorso 7 dicembre, hanno partecipato sia singoli volontari che aziende e organizzazioni partner di Ecolones. Dopo essere stata raccolta, l’enorme quantità di plastica è stata pesata con bilance elettroniche e l’intero processo è stato filmato per garantirne la trasparenza. “È il risultato di un lavoro approfondito e di una stretta collaborazione tra enti pubblici e privati, preoccupati per la corretta gestione dei rifiuti – ha commentato Karla Chaves, direttrice di Ecolones. – Anche se questo è stato un atto simbolico, l’impegno nazionale sul riciclo è chiaro e puntiamo a migliorare le pratiche di economia circolare e la gestione sostenibile dei rifiuti”.
La lotta alla plastica della Costa Rica
Attualmente in Costa Rica la plastica rappresenta una seria minaccia per l’ambiente e la salute dei cittadini. Delle 4mila tonnellate di rifiuti solidi prodotti nel Paese ogni giorno, l’11 per cento è costituito da rifiuti plastici che inquinano mari, fiumi, spiagge e terreni. Il simbolo della lotta alla plastica potrebbe essere la tartaruga bastarda olivacea (Lepidochelys olivacea) trovata nel 2015 proprio in Costa Rica, con una cannuccia di plastica infilata in una narice. Per contrastare l’inquinamento da plastica, oltre a vietare la plastica usa e getta, la Costa Rica sta sviluppando alternative a base vegetale. Alcuni studenti della facoltà di chimica dell’università della Costa Rica, ad esempio, hanno creato una bioplastica ricavata dalle banane che si disintegra entro diciotto mesi.
L’impegno della Costa Rica
La lotta alla plastica si aggiunge ad una serie di iniziative adottate dalla nazione centroamericana per tutelare il proprio patrimonio ambientale. Negli ultimi quaranta anni sono stati fatti diversi sforzi, come l’istituzione di aree protette e la riforestazione di alcune aree, oltre al massiccio utilizzo di fonti di energia rinnovabili.
Scopri LifeGate PlasticLess, un mare di idee contro un oceano di plastica
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il riscaldamento globale ha spinto la Federazione internazionale dello sci e l’Organizzazione meteorologica mondiale a firmare un protocollo d’intesa.
Con Raimondo Orsini, direttore della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, abbiamo esplorato i temi chiave degli Stati generali della green economy 2024 il 5 e 6 novembre.
Entro il 2025, 40 porti italiani saranno dotati di spugne per assorbire gli oli. Si inizia da cinque tappe simboliche: Napoli, Messina, Brindisi, Ravenna e Trieste.
Una stretta opera di sorveglianza anti-bracconaggio ha dato i suoi frutti: il parco nazionale di Kaziranga ha quasi azzerato le uccisioni di rinoceronti.
A Palazzo Bovara apre al pubblico una tre giorni di confronto e conoscenza della moda sostenibile dal titolo Smart Closet.
Un aumento del 30% rispetto all’anno precedente, che risente anche delle conseguenze dei cambiamenti climatici.
Dall’11 al 13 ottobre a Parma c’è Fragile: il festival per trovare soluzioni e strategie per ridurre il nostro impatto sul pianeta.
Approvato quasi due anni fa, il regolamento sulla forestazione importata dovrebbe entrare in vigore il 31 dicembre. Ma in tanti chiedono una revisione.