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In attesa della definitiva eliminazione della plastica monouso, in Costa Rica si è svolta una gigantesca opera di raccolta di plastica da destinare al riciclo.
L’economia della Costa Rica, minuscolo Paese dell’America centrale, situato tra il mar dei Caraibi e l’oceano Pacifico, dipende dal turismo generato dalle sue meraviglie ambientali. Il Paese, grande la metà del Kentucky, ospita infatti oltre il 6 per cento della biodiversità mondiale e il 25 per cento della sua superficie è coperto di foreste. Anche la Costa Rica, come ogni altra nazione del mondo, è però afflitta dal problema della plastica che ne contamina mari e corsi d’acqua. Per arginare questa piaga, nel 2017, il Paese ha annunciato che dal 2021 eliminerà gradualmente la plastica usa e getta, sostituendola con materiali più sostenibili. In attesa che la questione venga risolta alla radice, la Costa Rica è entrata nel Guinness dei primati per la quantità di plastica raccolta per essere riciclata.
Sono state infatti raccolte oltre trenta tonnellate di plastica in meno di otto ore, battendo il precedente record detenuto dall’India che nello stesso lasso di tempo ne aveva raccolte ventitré tonnellate. L’iniziativa è stata guidata da Ecolones, una piattaforma digitale che assegna “denaro virtuale” o crediti agli utenti in cambio di azioni di riciclo, con l’obiettivo di favorire l’economia circolare e cambiare le abitudini dei consumatori.
All’evento di raccolta, svoltosi lo scorso 7 dicembre, hanno partecipato sia singoli volontari che aziende e organizzazioni partner di Ecolones. Dopo essere stata raccolta, l’enorme quantità di plastica è stata pesata con bilance elettroniche e l’intero processo è stato filmato per garantirne la trasparenza. “È il risultato di un lavoro approfondito e di una stretta collaborazione tra enti pubblici e privati, preoccupati per la corretta gestione dei rifiuti – ha commentato Karla Chaves, direttrice di Ecolones. – Anche se questo è stato un atto simbolico, l’impegno nazionale sul riciclo è chiaro e puntiamo a migliorare le pratiche di economia circolare e la gestione sostenibile dei rifiuti”.
Attualmente in Costa Rica la plastica rappresenta una seria minaccia per l’ambiente e la salute dei cittadini. Delle 4mila tonnellate di rifiuti solidi prodotti nel Paese ogni giorno, l’11 per cento è costituito da rifiuti plastici che inquinano mari, fiumi, spiagge e terreni. Il simbolo della lotta alla plastica potrebbe essere la tartaruga bastarda olivacea (Lepidochelys olivacea) trovata nel 2015 proprio in Costa Rica, con una cannuccia di plastica infilata in una narice. Per contrastare l’inquinamento da plastica, oltre a vietare la plastica usa e getta, la Costa Rica sta sviluppando alternative a base vegetale. Alcuni studenti della facoltà di chimica dell’università della Costa Rica, ad esempio, hanno creato una bioplastica ricavata dalle banane che si disintegra entro diciotto mesi.
La lotta alla plastica si aggiunge ad una serie di iniziative adottate dalla nazione centroamericana per tutelare il proprio patrimonio ambientale. Negli ultimi quaranta anni sono stati fatti diversi sforzi, come l’istituzione di aree protette e la riforestazione di alcune aree, oltre al massiccio utilizzo di fonti di energia rinnovabili.
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