
Una spedizione di ricercatori svedesi nel mar Baltico si è imbattuta in bolle di metano molto più in superficie del previsto. E potrebbero essercene altre.
Godersi una gita in kayak gratis, a patto di raccogliere i rifiuti dall’acqua. L’idea è partita da Copenhagen e ha conquistato diverse città europee.
Pagaiata dopo pagaiata, fiumi e canali diventano più puliti. È quello che succede a Copenhagen e in altre città del nord Europa, grazie all’intuizione della non profit danese GreenKayak: regalare una gita in kayak, a patto che diventi l’occasione per raccogliere la spazzatura galleggiante che si incontra lungo il tragitto.
In Danimarca è abbastanza comune stare seduti sull’argine di un canale con gli amici, a chiacchierare e mangiare pizza, racconta a Usa Today il fondatore e amministratore delegato di GreenKayak, Tobias Weber-Andersen. Lo spettacolo che si ha di fronte, però, spesso è tutt’altro che idilliaco. Anzi, capita di sentirsi impotenti a furia di guardare la corrente portarsi via bottiglie di plastica, cartacce e mozziconi di sigaretta. “Non puoi toglierti la camicia e tuffarti, ma puoi salire a bordo di un GreenKayak e avere un impatto concreto”, commenta.
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Detto fatto, nel mese di aprile del 2017 la sua idea è diventata un servizio a disposizione di tutti, turisti e residenti. A ogni volontario viene fornito gratuitamente un kayak biposto, equipaggiato con tutto ciò che serve: pagaie, giubbotti di salvataggio, il bastone per intercettare l’immondizia e il secchio dove riporla. Tutto l’occorrente per godersi qualche ora di svago, guardare il panorama e, nel frattempo, fare la propria parte per rendere il corso d’acqua più bello e pulito.
Nella sua semplicità, il progetto ha riscosso un successo superiore alle aspettative. Partito a Copenhagen e Aarhus, si è presto espanso prima in altre città danesi (Aalborg, Odense e Præstø) e poi anche oltreconfine, ad Amburgo (Germania), Dublino (Irlanda) e Bergen (Norvegia). Tra i testimonial anche il sindaco della capitale danese, Frank Jensen, che si è cimentato in prima persona in quest’insolita operazione di clean-up. Secondo gli organizzatori, nell’arco di poco più di due anni GreenKayak ha permesso di riportare a riva oltre 10 tonnellate di rifiuti galleggianti.
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Se nel 2050 negli oceani ci sarà più plastica che pesce, è anche a causa della disattenzione di chi abita in città. Secondo gli studiosi, ogni anno nel mondo i fiumi trasportano fino al mare 4 milioni di tonnellate di plastica, e il 95 per cento arriva da appena dieci grandi corsi d’acqua, quasi tutti in Asia (dal Mekong al fiume Giallo).
Anche in Europa abbiamo ancora tantissimo lavoro da fare, soprattutto in termini di stili di vita. Un report dell’organizzazione non profit Earthwatch, citato dal World Economic Forum, ha suddiviso per categoria oltre 193mila rifiuti trovati nei corsi d’acqua del Vecchio Continente da nove progetti di ricerca precedenti. Il 37,5 per cento del totale era costituito da oggetti in plastica usa e getta. Gli studiosi hanno pubblicato la top 10 dei rifiuti in plastica trovati in acqua (la percentuale indicata si riferisce al totale degli oggetti in plastica identificati, non al totale dei rifiuti). E, per aprirci ancor più gli occhi, hanno spiegato anche le semplicissime soluzioni con cui ciascuno di noi può farne a meno, senza intaccare la propria qualità della vita.
Posizione | Tipo di rifiuto | Percentuale | Cosa possiamo fare per evitarlo |
---|---|---|---|
1 | Bottiglie | 14% | Usare una borraccia |
2 | Incarti di alimenti | 12% | Smaltirli correttamente |
3 | Mozziconi di sigarette | 9% | Smaltirli correttamente |
4 | Contenitori di cibo da asporto | 6% | Riutilizzare più volte lo stesso contenitore |
5 | Cotton-fioc | 5% | Usare cotton-fioc biodegradabili |
6 | Bicchieri | 4% | Usare un bicchiere o una tazza riutilizzabile |
7 | Articoli sanitari | 3% | Smaltirli correttamente |
8 | Packaging di sigarette | Smaltirli correttamente | |
9 | Cannucce e posate | 1% | Scegliere alternative riutilizzabili |
10 | Sacchetti | 1% | Scegliere buste in carta o tela |
A dare un necessario scossone hanno provveduto le istituzioni dell’Unione europea che, con un iter legislativo durato circa un anno, hanno ufficialmente messo al bando la plastica monouso a partire dal 2021.
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