Il suo obiettivo è decolonizzare l’architettura in Nigeria, recuperando le tradizioni e utilizzando materiali ecosostenibili. Questa è la storia di Demas Nwoko.
Demas Nwoko ha 84 anni ed è uno degli artisti e intellettuali più conosciuti di tutta la Nigeria. Il suo impegno come pittore e scultore è noto da tempo, ma ora l’uomo sta realizzando una vera e propria rivoluzione architettonica nel paese più popoloso d’Africa. Attraverso il suo lavoro di designer e architetto, Demas Nwoko sta dando vita a un movimento di professionisti che mira a ”decolonizzare” l’architettura della Nigeria e per farlo mira a un ritorno alle strutture architettoniche tradizionali della terra bagnata dal Niger e all’utilizzo di materiali ecosostenibili.
La filosofia dell’architetto nigeriano Demas Nwoko
L’impegno civile, sociale e anche ambientale ha da sempre caratterizzato lo studio e la ricerca dell’architetto che oggi vive nella città di Idumuje-Ugboko, nel sudest della Nigeria, in un’abitazione che è il riflesso di tutta la sua filosofia. Il poliedrico intellettuale nigeriano ha creato infatti la propria casa cercando di farne il manifesto della sua corrente di pensiero. I mattoni sono stati realizzati con il terreno estratto durante il processo di scavo, gli alberi rimossi durante la costruzione dell’edificio sono stati ricollocati nella dimora come pavimenti e porte, le pietre di granito, provenienti da cave locali, sono state utilizzate per formare i muri interni ed esterni e la casa, che conta poche finestre proprio come le tipiche abitazioni del sud della Nigeria, gode di un sistema di raffreddamento naturale grazie alle pareti di fango che mitigano la temperatura e questo permette quindi di non dover ricorrere all’utilizzo dell’aria condizionata.
Identità e ambiente, sono questi i due cardini su cui si reggono il lavoro, la storia e le prospettive di Demas Nwoko che sin da giovane ha dimostrato interesse per le tradizioni della sua terra e ha sempre cercato di coniugare arte, sviluppo e ambiente. Dopo i primi anni di architettura l’uomo si è specializzato nella storia dell’arte perché, come ha raccontato egli stesso al network di informazione Al Jazeera, “quando ero all’università di Zaria ho scoperto che nello studio dell’architettura a livello accademico c’era una totale assenza dello studio della nostra architettura tradizionale”.
Lui e altri studenti che la pensavano nello stesso modo hanno fondato quindi la Zaria arts society nel 1958, un collettivo impegnato nello studio indipendente del patrimonio artistico nigeriano, convinti che la ricerca dell’identità storica e artistica della Nigeria avrebbe permesso di rivoluzionare il futuro della Nigeria una volta che si fosse affrancata dal dominio coloniale britannico.
La rivoluzione architettonica guarda al futuro
Nwoko presto battezzò la sua forma di pensiero “nuova cultura” e cercò di rompere con quanto avevano fatto i dominatori inglesi e, a partire dagli anni Sessanta, quando la Nigeria divenne indipendente, fece della sua filosofia uno strumento di azione con cui ridare identità e valore alla storia e alla tradizione del suo paese. Ma è in questi giorni che il suo lavoro e il suo impegno stanno assumendo ancora più importanza.
Di fronte al problema dei cambiamenti climatici e dell’aumento esponenziale dell’inquinamento e dei rifiuti in Nigeria, l’operato dell’architetto nigeriano indica infatti una nuova via da percorrere, capace di coniugare sostenibilità e progresso. L’utilizzo di materiali tradizionali come il fango per creare mattoni, l’eliminazione degli sprechi, l’uso limitato del cemento, la drastica riduzione dell’impiego della sabbia e l’applicazione di tecniche che permettono di non dover ricorrere a climatizzatori e generatori a benzina sono delle intuizioni avveniristiche che, se applicate su larga scala in uno degli stati più popolosi al mondo, potrebbero fornire un contributo senza pari nella lotta contro il riscaldamento globale e per la preservazione degli ecosistemi.
A riprova dell’importanza di questa rivoluzione architettonica c’è il fatto che a Demas Nwoko è stato affidato il progetto della nuova National gallery della Nigeria. Una sfida ambiziosa e importante e dall’enorme valore simbolico. ”Mi assicuro che i miei lavori siano permanenti e che durino – ha spiegato l’architetto nigeriano – in questo modo qualunque cosa fatta continuerà a durare per centinaia di anni, e ciò che è stato ignorato dalla generazione precedente sarà apprezzato dalla prossima e il cambiamento potrà continuare”.
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