La sovrana Nga Wai succede al padre morto nei giorni scorsi. Il suo è un ruolo non ufficiale: il re della Nuova Zelanda resta il britannico Carlo III.
Donald Trump cancella il Clean power plan: “Basta fare guerra al carbone”
Donald Trump ha firmato il decreto che impone la revisione delle norme introdotte da Obama per limitare le emissioni di CO2 delle centrali elettriche.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato il 28 marzo un decreto con il quale viene ordinato un riesame di una delle principali misure di contrasto ai cambiamenti climatici introdotte dal suo predecessore Barack Obama. Si tratta del Clean power plan: piano che, tra le altre cose, impone alle centrali elettriche del paese di ridurre le proprie emissioni di CO2.
Nel corso di un breve discorso tenuto presso la sede dell’Agenzia americana per la protezione dell’ambiente (Environmental protection agency, Epa), Trump ha ribadito con forza la propria volontà di “porre fine alla guerra contro il carbone”. L’inquilino della Casa Bianca, al contempo, non ha citato neppure una volta la parola clima. “Attraverso il decreto promulgato oggi – ha dichiarato il miliardario americano – introduco un provvedimento storico con il quale possiamo eliminare le restrizioni imposte all’energia americana, farla finita con le intromissioni del governo e abrogare le regolamentazioni che distruggono posti di lavoro”.
Donald Trump elimina anche le sovvenzioni per le rinnovabili
Il Clean power plan (in italiano, “Piano per un’energia pulita”) ha rappresentato il cuore delle politiche ambientali di Obama. Il programma prevedeva di ridurre del 32 per cento, entro il 2020, le emissioni di gas ad effetto serra provocate dalla produzione di energia su tutto il territorio degli Stati Uniti. La norma concedeva poi delle sovvenzioni alle energie rinnovabili al fine di accelerare il processo di transizione energetica. Il piano era stato però sospeso nel febbraio del 2016, per via di un ricorso depositato da 27 stati americani, in larga maggioranza repubblicani. La procedura giudiziaria prevedeva un pronunciamento da parte della Corte suprema.
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