
Il Sycamore Gap Tree, o “albero di Robin Hood”, è stato abbattuto per un atto di vandalismo: aveva 200 anni, era la star di fotografi e amanti del cinema.
Colpito da un fulmine, rischiava l’abbattimento. Ma un tree climber l’ha curato, potando i rami pericolanti. Ora continua a svettare dall’alto dei suoi 38 metri.
Dicono sia uno degli alberi più alti della Sardegna, certo uno tra i più longevi. È un esemplare di Araucaria, genere della famiglia Araucariaceae che comprende molte specie originarie dell’emisfero meridionale. Cresciuto in un giardino privato di Cagliari, l’imponente albero ha circa 150 anni e, dall’alto dei suoi 38 metri, di inverni ne ha passati davvero tanti. Ma è stato quel fulmine che l’ha colpito otto anni fa a minarne la stabilità. Per questo, dopo svariate vicissitudini, lo scorso 22 gennaio è stato messo in sicurezza, potato e curato da un tree climber della città: Roberto Frau, geometra di 60 anni con la passione per l’arrampicata e gli alberi.
“È stata un’esperienza unica e affascinante ma anche un lavoro molto complicato, non tanto per l’altezza sicuramente importante, ma per la difficoltà di spostarsi da una parte all’altra dell’albero, per via dei rami molto fitti e intricati lunghi circa undici metri che impedivano il passaggio”, ha raccontato all’Ansa Frau. Che non nasconde una certa venerazione nei confronti di questo antico gigante: “Il contatto così ravvicinato con la ‘Grande Signora’ mi dava l’impressione di entrare in un sorta di simbiosi con lei, al punto da farmi percepire non come un intruso, ma come qualcuno accolto con generosità rassicurante per ricevere aiuto”.
L’Araucaria è considerato un albero “fossile” (un po’ come il Ginkgo biloba), perché sopravvissuto alle ere geologiche. Molti dei fossili rinvenuti rivelano infatti che questa specie fosse presente già nel Mesozoico (248 – 65 milioni di anni fa). L’era dei dinosauri per intenderci. Si tratta di alberi possenti, resistenti e che possono raggiungere altezze importanti (50 metri) nelle zone d’origine. In molti a Cagliari lo considerano un vero monumento, sopravvissuto a guerre e tempeste.
Vista la difficoltà di raggiungere l’area colpita e i costi ragguardevoli per l’intervento, l’albero negli anni scorsi aveva rischiato di essere abbattuto. Ma dopo le svariate richieste della proprietaria del giardino, l’amministrazione comunale è riuscita ad appaltare il lavoro a Roberto Frau. Grazie alla tecnica del tree climbing, che prevede l’arrampicata all’interno della chioma tramite corde e imbrago, il professionista è riuscito a potare i rami più secchi e curare la parte colpita dal fulmine. Grazie a questa tecnica infatti si possono raggiungere altezze elevate e operare in totale sicurezza, senza creare danni alla pianta. Cosa che spesso avviene con piattaforme e altri mezzi meccanici.
Ma c’è di più. Spesso chi sceglie e intraprende questa faticosa professione, lo fa perché spinto da una profonda conoscenza e ammirazione verso gli alberi. Poter arrivare a 20-30 metri di altezza, godere del panorama dall’alto, potersi appoggiare ad un ramo e salire su esemplari di più di 100 anni, trasmette emozioni che difficilmente altre professioni possono dare.
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