Perché i colossi petroliferi statunitensi ora chiedono una carbon tax
La lobby Usa del settore oil&gas preferisce la prospettiva di una carbon tax a quella di leggi più dure. Ci sono vari motivi alla base di questa scelta.
La lobby Usa del settore oil&gas preferisce la prospettiva di una carbon tax a quella di leggi più dure. Ci sono vari motivi alla base di questa scelta.
Nel 2009 costruire un parco fotovoltaico costava il 223 per cento in più rispetto alla costruzione di una centrale a carbone. Ora è il contrario.
La Cina vuole costruire una diga e la centrale idroelettrica più grande del mondo sul principale fiume del Tibet, che i buddhisti considerano sacro.
Solo una revisione più ambiziosa della direttiva europea sulle rinnovabili con interventi incisivi su edilizia, industria e trasporti può rallentare in tempi brevi il riscaldamento globale.
L’ondata di gelo in Texas ha spinto le centrali elettriche a gas e petrolio a sforare i limiti di inquinamento previsti per legge.
Tonnellate di petrolio si sono riversate sulla costa mediterranea di Israele. Secondo gli esperti si tratta del peggior disastro ambientale del paese.
Ad Amburgo sorgerà un nuovo polo per la produzione di idrogeno da fonti rinnovabili. Nel 2040 la Germania vuole installare 10 GW di potenza.
Mentre l’Italia dice di puntare sulla transizione, la Basilicata autorizza una nuova attività di estrazione di petrolio nel giacimento di Tempa Rossa
L’economia di India, Russia, Cina è ancora troppo dipendente da gas e petrolio. Gli investimenti delle compagnie statali mettono a rischio la transizione.
Secondo Bnef superati i 500 miliardi di dollari nel 2020, con un aumento del 9 per cento rispetto all’anno precedente. Merito dei grandi impianti solari, dell’eolico offshore e della mobilità elettrica.